Paragone si riposiziona: «Deluso dal centrodestra»
Ormai è ufficiale: in Rai pare brutto dirsi di centrodestra. Il campione della nuova tendenza è Gianluigi Paragone, 40 anni, bandiera dell’informazione leghista, un talk show su Raidue che la scorsa stagione ha galleggiato su un modesto sette per cento di share. L’occasione è data dalla presentazione della nuova stagione de L’ultima parola. Si ricomincia venerdì su Raidue, in prima serata (solo per la prima puntata).
Ho capito bene, Paragone? Lei ha detto che aspira a prendere l’eredità di Michele Santoro.
Voglio raccoglierla in termini di narrazione televisiva…
Parla già come Nichi Vendola? È sempre lei, l’ex direttore della “Padania” o semplicemente ha cambiato idea?
Non cambio idea, ma riconosco di avere perso. Ho puntato su Berlusconi e Bossi, ho cominciato un percorso politico, ma sono rimasto profondamente deluso.
Il suo è stato considerato finora uno dei rari talk show di centrodestra della Rai. Non è che venerdì alle 21 si presenta cantando “Bella Ciao” e con i capelli tinti di biondo come fece Santoro?
Chiariamo, sono un’altra rispetto a Santoro. Ma quello che sono le mie opinioni politiche all’atto pratico, non trovano riscontro nella politica italiana. La differenza che c’è tra il politico e il giornalista, è che il politico deve rassegnarsi all’arte del possibile, io posso ancora permettermi di sognare…
Bello, ma sempre più vendoliano. Mi dica la scaletta della prima puntata così capiamo dove vuole andare a parare…
Avremo tra gli altri Formigoni e Di Pietro. La prima puntata vuole raccontare lo stato d’animo degli imprenditori, la delusione degli elettori di centrodestra, la gente comune, l’italiano medio, racconto questa roba qua.
“Questa roba qua” è già un lessico più leghista. A proposito, lo sanno a via Bellerio della sua inversione di rotta?
Ma che mi importa di quel che dicono a via Bellerio? Io sono sempre stato indipendente.
Però lei in Rai, è arrivato in quota Lega. È stato il fiore all’occhiello di Bossi e dei suoi.
Non ho mai avuto la tessera del Carroccio. Anche da direttore del quotidiano leghista mi è stata concessa la massima libertà. Quando Calderoli si è presentato con la maglietta anti-islamica l’ho contestato. Loro sanno come sono. Io faccio il giornalista e basta.
Ma il senatùr sa del suo cambiamento di opinione? Quanto tempo è che non sente Bossi?
Da giugno, ma questo non è importante.
Che cosa è importante?
Che finora io ci ho sempre messo la faccia e li ho difesi pubblicamente. Ma quando escono notizie come quelle sui menu del Senato, quando ministri come Renato Brunetta fanno dichiarazioni assurde contro i giovani, quando vedo una manovra come questa che penalizza le partite Iva, sa che faccio?
Che fa?
Mi levo la giacca da editorialista di centrodestra, infilo i jeans e vado tra la gente per capire che cosa vuole…
Fa come Vasco Rossi? Lui si è dimesso da rockstar, lei si è dimesso da giornalista in quota centrodestra?
Più che con Vasco Rossi preferisco il paragone con Diogene. Lui cercava l’uomo, io la notizia. Torno a fare il reporter.
Qualche maligno potrebbe pensare: Paragone si riposiziona per motivi di opportunità.
La mia trasmissione non è mai stata accomodante con Pdl e Lega. Luca Telese una volta mi ha fatto un bel complimento definendo “L’ultima parola” «un osservatorio privilegiato per capire che cosa accade davvero nel centrodestra».
Però lei non si sente più di centrodestra…
Non sono diventato di sinistra. Però oggi non voterei né Pdl né Lega. Per ora mi astengo.
(Nell’intervista a “Tv Sorrisi e Canzoni” su come mai il suo programma andrà in onda in seconda serata e non in prima, Paragone ha così risposto: «Me lo chiedo anch’io. L’azienda mi aveva candidato alla direzione della rete, ruolo al quale non ambisco. In compenso non sono stato giudicato abile per la prima serata. Sono sempre in attesa di una spiegazione, di un chiarimento». Chiarimento che evidentemente non è mai arrivato)