Adesso anche Vasco è un ammazza-blog?

3 Ott 2011 20:15 - di

Libertà di stampa? «Non è libertà di offendere». Se a dirlo è Vasco Rossi, eroe pop e spesso controcorrente, è troppo facile dire, come fanno gli indignati di turno della sinistra italiana, «questa volta sei come tutti gli altri, forse peggio di tutti gli altri».
Più semplicemente il cantore della “Vita spericolata” ha chiesto il diritto, come un signor Rossi qualunque, di non venire offeso. Avendo qualche soldo in più rispetto a un signor Rossi qualunque, lo ha fatto attraverso i suoi bravissimi legali. Il sito in questione si chiama Nonciclopedia, è impostato sulla falsariga di Wikipedia in chiave satirica: dunque tantissime voci, scritte a più mani, caratterizzate da uno stile dissacrante, alcune fanno ridere, altre no. Sono stati loro a dare la notizia: «Vasco Rossi si è sentito diffamato dalla pagina che lo riguardava. Probabilmente si terrà un processo, al termine del quale quel brufoloso ragazzino quindicenne che ha scritto la pagina dopo essere stato picchiato dai suoi compagni di classe, adesso dovrà anche pagare gli alimenti al nullatenente Vasco Rossi. Un uomo che ha vissuto l’esperienza della droga, l’esperienza del carcere, l’esperienza di stadi e folle che lo acclamavano, non poteva proprio sopportare l’idea di essere oggetto di satira su Nonciclopedia». La tesi è chiara: se sei un personaggio pubblico e hai un passato ingombrante, chinque in Rete può vomitare insulti contro di te. Ieri l’ufficio stampa del rocker ha ricordato che sarà «un giudice a decidere che sussiste il reato per diffamazione» per poi ricordare che «è molto difficile far chiudere un sito, se non addirittura impossibile». Un tema sul quale il governo sta cercando di porre rimedio attraverso una norma che è stata liquidata subdolamente come “ammazzablog”. Ieri lo staff di Vasco ha ricordato un principio elementare: «Difendersi dagli insulti che piovono in maniera gratuita non è solo lecito, è doveroso: libertà di stampa non è libertà di offendere». Anche se a farlo è un “brufoloso ragazzino quindicenne”.

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