Augello: «Non chiamateli congiurati»

11 Ott 2011 20:42 - di

«È vero, la bocciatura del rendiconto da parte dell’aula di Montecitorio è senza precedenti. Ma è un incidente di percorso». Andrea Augello, sottosegretario alla Funzione pubblica, parla da testimone diretto del voto dell’aula che ha registrato larghe defezioni nel Pdl e nella maggioranza.

Sottosegretario Augello, che fa minimizza?

I giornali ricameranno molto, ma ho la sensazione che sia stato solo un incidente. Una fronda su un tema così bislacco non ce la vedo. Rimarrei stupitissimo se alcuni parlamentari avessero pianificato una congiura contro la maggioranza su un tema come questo. Ci sono state e ci sono ben altre occasioni per tendere tranelli.

A questo punto va posta la fiducia, come chiesto dal ministro Ignazio La Russa?

Mi pare una misura spropositata. L’abbiamo votata cinquanta volte. La voteremmo per la cinquantunesima senza risolvere i problemi, che sono ben altri.

Scajola e Pisanu sono tra i problemi?

Si sbaglia a vederli come due facce della stessa medaglia. Il primo punta a condizionare la situazione su alcuni punti programmatici del governo rimanendo un convintissimo sostenitore di Berlusconi, mentre il senatore Pisanu fa un ragionamento diverso aggiungendosi alle voci che sostengono che Berlusconi debba fare un passo indietro.

Insieme possono far cadere il governo?

Lo escludo categoricamente. Nessuno dei due fa una fronda né ci sono congiure in atto.

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha incontrato sia Pisanu che Scajola, che cosa significa?

Un incontro politico che non nasconde nessun retropensiero. Una cosa è certa. Nessuno di noi del Pdl romano è disponibile a far precipitare il Paese in una crisi e consegnarlo a un governo tecnico. Una crisi al buio in questo momento sarebbe il danno peggiore. Un governo tecnico sarebbe in grado solo di portarci alle elezioni anticipate. Non arriverebbe al 2013. La nostra maggioranza in tre mesi e mezzo ha approvato due manovre finanziarie. Con questa opposizione che non è in grado di fare una proposta che sia una, per approvare le stesse manovre un governo tecnico ci avrebbe impiegato dieci anni. 

Va bene, nessuna crisi al buio. A questo punto quali sono le sue proposte?

Ho riempito una pagina intera del “Foglio” per esporle.

Qui non ha tutto questo spazio…

Nell’immediato, sul decreto sviluppo sono perplesso sulle ipotesi di condono. Da ex assessore al Bilancio della Regione Lazio ritengo che i condoni siano in contraddizione con le altre manovre del ministro dell’Economia. Mi aspetto un decreto che abbia un contenuto importante. E poi servono misure strutturali non perché le ha chieste la Marcegaglia ma perché ce le chiede il Paese. E ancora occorre una nuova legge elettorale condivisa con la Lega e primarie per legge per scegliere chi candideremo dopo Berlusconi.

Berlusconi, appunto. Che mosse si attende dal premier?

Sono certo, conoscendo l’uomo, che si appresterà a uscire da questa situazione in tempi brevi prendendo l’iniziativa. Il mio auspicio personale è che scelga di diventare il grande regista del nuovo centrodestra avviando un percorso che porti alla leadership una nuova generazione.

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