Caro Pd, ogni tanto fatti una risata
Scriveva ieri sul Foglio Pietrangelo Buttafuoco che nella scenetta esilarante del ministro La Russa alle prese con un improbabile inglese è la voce del sangue che si è fatta sentire, anche perché con un albionico fluente il ministro sarebbe stato «né più e né meno che un Severgnini». Non sappiamo, francamente, se nel gustoso siparietto c’entrino addirittura le influenze ematiche ancestrali. Fatto sta che La Russa, in questi giorni, sembra particolarmente ben ispirato se è vero che ieri, conversando con i cronisti in Transatlantico, si è lasciato sfuggire altre illuminanti reminiscenze. «L’Aventino parlamentare? Diciamo che storicamente porta male a chi lo fa..!», ha detto ai giornalisti. E a chi gli ricordava che a suo tempo l’Aventino spianò la strada a Mussolini ma che oggi, per l’opposizione, il Duce sarebbe già al potere, La Russa ridendo ha replicato: «Piano, andiamoci piano con certi paragoni!». Una frase furbescamente ambivalente e che a noi sembra ribadire unicamente le giuste proporzioni. E saremo pure inguaribili frequentatori del cattiverio politico, ma a noi sembra che il Cav avrebbe qualcosa da imparare da quegli amplessi fascisticamente consumati in piedi senza perder tanto tempo a consultare squallidi Tarantini o da quelle 147 città di fondazione costruite senza star a perder tempo con quei quattro scappati di casa dei No Tav. Tanto per dire. Neanche il tempo di articolare questo pensiero ed ecco che ti arriva tal Ettore Rosato, dell’ufficio di presidenza del gruppo del Pd alla Camera, che con tono affranto dichiara: «Si ricordi, quando può, che è un ministro della Repubblica, anche se è il peggior ministro della Difesa che l’Italia abbia mai avuto, e se ha tempo e voglia di scherzare trovi altri modi: la sua frase sui complimenti al duce è del tutto infelice». Eccoli, i classici toni da «che tempi, signora mia». Ma farsi una risata ogni tanto proprio no, eh?