Il Cav: la legge elettorale? Penso solo alla crisi

3 Ott 2011 20:09 - di

La legge elettorale? Silvio Berlusconi non se ne sta occupando, nonostante quanto scritto dai retroscenisti di turno. Ieri pomeriggio è arrivata la smentita ufficiale del premier: «Quello che mi sta a cuore in questo momento è continuare a lavorare per portare l’Italia al riparo dall’attacco al nostro debito pubblico e fuori dalla crisi finanziaria globale», ha scritto Berlusconi nella nota. Il comunicato diramato da Palazzo Chigi ha aggiunto che «per questo governo e maggioranza stanno lavorando a un nuovo decreto legge, con misure concrete ed efficaci che ridiano fiducia ai cittadini, alle famiglie e alle imprese. Lo presenteremo entro la metà di questo mese, come ci siamo impegnati a fare. Tutto il resto sono le solite chiacchiere del teatrino quotidiano della politica, che, purtroppo, va in scena tutti i giorni sui quotidiani, nelle tv e on line e che produce solamente confusione e demoralizzazione nella gente».
Al di là del comunicato ufficiale, dopo la notizia del milione e duecentomila firme per l’abolizione del sistema elettorale, maggioranza e opposizione sono in fermento.
Il partito in maggior fibrillazione pare la Lega. Da una parte Roberto Maroni che vede nelle firme la prospettiva di elezioni anticipate, dall’altra Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione legislativa. «Abbiamo davanti un grande obiettivo che quello di decidere se quella in corso può essere ancora una legislatura costituente che vari la legge costituzionale sul federalismo». Sulla legge elettorale? «La Lega era a favore del Mattarellum ma fummo ricattati da Casini che voleva un meccanismo proporzionale, da Fini che voleva la lista bloccata e da Berlusconi che voleva il premio di maggioranza». Da qui l’opzione per l’attuale meccanismo elettorale del tutto insoddisfacente. A pensarla come Maroni c’è pure Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, che scrive sul suo blog: «Con questa maggioranza e’ impossibile fare una riforma della legge elettorale condivisa. Quindi, pur senza nostalgie per il Mattarellum, meglio dare la parola ai cittadini». Quanto al merito della riforma della legge elettorale, Casini aggiunge: «La mia posizione sulla legge elettorale è chiarissima. Sono per il sistema proporzionale tedesco e non ho alcuna nostalgia per le ammucchiate né per le decine di minipartiti. Per questo, vi sorprenderò, ma trovo che Maroni abbia perfettamente ragione. Meglio dare la parola ai cittadini, che è sempre un grande fattore di democrazia». Dalla sede di via Bellerio ieri Maroni ha aggiustato il tiro: «Voglio il, voto anticipato? Sono tutti retroscena infondati, le interpretazioni sono frutto di libera fantasia: ho detto un’altra cosa, ho parlato solo di referendum».
Sulla linea della legislatura da portare a compimento c’è Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: «La via maestra è quella di portare avanti la complessiva riforma costituzionale impostata dal ministro Calderoli. Dopo si tratterà di procedere anche a una riforma del sistema elettorale che pero’ continui ad assicurare la scelta del premier e della coalizione vincente anche attraverso il premio di maggioranza». Nel partito prende posizione anche Ignazio La Russa: «L’opinione pubblica ormai si è convinta, giustamente, che i cittadini devono scegliere anche in tutto o in parte i parlamentari. E allora – osserva il ministro della Difesa – cambiamo l’attuale legge elettorale in questo senso». Chi si avventura in previsioni è  Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario del Pdl. Nel 2012 si andrà a votare per le politiche o per il referendum? «Nel 2012 o non si vota per nessuno dei due, o si vota solo per le politiche. La vedo difficile che si possa votare per i referendum». Mentre il ministro degli Esteri, Franco Frattini, invita a tenere presente i numeri. Il successo della raccolta di firme per il referendum sulla legge elettorale avvicina il voto anticipato? «Non lo so», risponde ai cronisti aggiungendo che «il quesito referendario è importante ed è politico, è un quesito che noi dobbiamo rispettare perché quando si chiamano i cittadini a parlare serve rispetto». Per il titolare della Farnesina, «proprio perché il quesito è politico la risposta non può essere burocratica». Frattini spiega ancora: «Il cuore del quesito non è far finire la legislatura ma permettere che quando si voterà i cittadini possano scegliere da chi sono governati». Il punto, quindi, conclude, è: «non cercare alchimie per bypassare il referendum ma semmai, fare una modifica per andare incontro al quesito referendario, altrimenti, si voti il referendum. Aggiramenti non ne vedo».
Contro le alchimie anche il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini: «È evidente che un milione e duecentomila firme sono tante e questo va tenuto nella giusta e dovuta considerazione da parte di chi è al governo ma anche da parte delle forze di opposizione. I cittadini chiedono semplicemente di poter di nuovo scegliere chi li rappresenta in Parlamento».

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