Libera di vincere. E non solo le sfide sportive
Sette medaglie olimpiche, sette titoli mondiali, ventidue titoli italiani, ben due Coppe del mondo, la medaglia Holmenkollen, riconoscimento tra i più prestigiosi al mondo nello sci nordico, e poi, il 23 maggio 2003, è la prima donna italiana in cima all’Everest. Oggi è deputato e membro della Commissione Cultura, oltre che membro onorario del Comitato Olimpico Internazionale e della Giunta Coni. Manuale Di Centa in Libera di vincere (Ed. Piemme da oggi nelle librerie) assieme a Claudio Calandra racconta la sua storia, quella di una donna che ha vinto tutte le sue sfide e non solo quelle sportive. Ha lasciato il segno nel mondo dello sci e chi la conosce sa benissimo che trasforma ogni ostacolo in un nuovo traguardo da raggiungere. Con un messaggio: «Quello che spendi in sacrifici prima o poi ti viene reso».
Come nasce l’idea di un libro…
Ho sentito il bisogno-dovere in questo momento di crisi di far conoscere la mia storia. Sono una donna semplicissima, figlia di un panettiere, avevo un sogno e sono riuscita a realizzarlo.
Perché “Libera di vincere”?
Il titolo è nato prima del libro. Gli impegni che prendi con te stessa sono quelli più difficili da mantenere, ma anche quelli che ti consentono di essere davvero libera. Racconto le scelte che ho dovuto fare, il duro lavoro, la determinazione, le mie radici e i miei valori. Perché tutto quello che è nel cuore e nella testa delle persone è trainante.
Parliamo del suo sogno…
Sin da bambina ho pensato che lo sport fosse qualcosa di bello. Non solo per la vittoria o per le medaglie, ma lo sport inteso come occasione per migliorare, sviluppare e cambiare la propria vita. La mia famiglia ha avuto un grande ruolo e mi ha insegnato che la volontà e la determinazione sono la risorsa più grande. Mi ha trasmesso valori importanti e mi ha fatto capire che solo con i sacrifici si raggiungono gli obiettivi.
… un messaggio alle ragazze di oggi che cercano delle scorciatoie?
Oggi i valori sono stati messi in discussione. Si è persa la speranza di raggiungere una meta. Ma quello che è accaduto a me è la dimostrazione che con la volontà e la determinazione si può fare qualsiasi cosa. È chiaro che bisogna lavorare tanto. Ci sono tante cadute, ma subito dopo bisogna rialzarsi e tornare a correre. Nessuno ha mai preso il volo dal basso, bisogna salire per volare.
Qual è il senso di una vittoria?
Una vittoria è grande, ma comprende tanti momenti della vita non sempre vincenti. La medaglia è solo un punto d’arrivo, la bellezza sta nel percorso che mi ha portato alla medaglia.
Ci sono rimpianti?
Non ho mai guardato indietro, ma solo avanti. Questo libro però mi ha costretta, come se mi fossi sottoposta a sedute psicanalitiche, a ricordare, ripercorrere e rivivere momenti non sempre belli.
Quali sono le sfide che ha perso?
Ho avuto tanti dispiaceri, non so se sono sfide perse. In ogni modo ho avuto la capacità di trasformarle in energia positiva.
Quanto ha influito la formazione sportiva nelle sue scelte?
Tantissimo. I valori sportivi mi guidano nel mio lavoro quotidiano, nella politica, nel prendere le decisioni o nel sapere affrontare determinate situazioni. Non sono laureata, ma venticinque anni di esperienza nel mondo dello sport sono stati formativi. Grazie allo sport ho una grande formazione e una visione globale delle leggi, delle regole e della rappresentanza. Quando ho rappresentato l’Italia all’estero è stata un’esperienza forte e formativa.
Campionessa, ma anche donna. Quanto ha pesato il doppio “ruolo”?
Ho cercato sempre di essere me stessa anche per “aprire” nuove strade alle donne. Cercare le pari opportunità nella vita è stato un modo per affermare una doverosa ricerca di dignità della persona, non in quanto uomo o donna, ma perché bisogna essere uguali.
Com’è finita in politica?
Ovviamente grazie allo sport. Nel 1996 ho esordito nello “sport day”, mi invitò Pescante ed ero al primissimo incarico di presidente della neo-costituita Commissione atleti del Coni. Poi nel 2004 Berlusconi mi chiamò, fui candidata alle europee ottenendo 28mila preferenze. Per una manciata di voti non fui eletta. Ma quel risultato fu sufficiente per far dire a Berlusconi che mi voleva in Parlamento.
Qual è il suo rapporto col premier?
Ottimo. Oggi, quando uscirà il libro preparerò una dedica speciale per lui…
Come mai?
Lui quando mi presenta in pubblico dice sempre: “Ha vinto 14 medaglie d’oro”. E io gli rispondo puntualmente: “Presidente, ho vinto solo due medaglie d’oro”. E lui allora incalza: “Io ho vinto più di te. Il mio Milan ha 15 scudetti…”.