Mediatrade, Cav prosciolto (e siamo a quota venticinque)
Il proscioglimento arriva puntuale. Silvio Berlusconi è l’italiano più inquisito, ma anche quello che ha avuto il più alto numero di assoluzioni. Ben 25, da guinness da primati. L’ultimo caso risale a ieri. Con una decisione che ha spiazzato la procura di Milano, il gup Maria Vicidomini ha chiuso l’udienza preliminare del caso Mediatrade, l’ultimo dei filoni d’inchiesta avviati sulla compravendita di diritti televisivi e cinematografici del gruppo di Segrate, prosciogliendo «per non aver commesso il fatto» il premier, accusato dal pm Fabio De Pasquale di frode fiscale e appropriazione indebita. Tutti gli altri indagati, invece, undici persone in tutto tra cui Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, saranno giudicati dai giudici della seconda sezione penale a partire dal 22 dicembre. «Una rondine non fa primavera», blocca subito ogni interpretazione distensiva Piero Longo per il quale «l’accanimento dei giudici nei confronti di Silvio Berlusconi continua ad esserci». E il premier incalza: «È il venticinquesimo processo in cui sono prosciolto. Adesso tutti mi chiedono se sono soddisfatto. Non lo sono. Sono insoddisfatto di essere stato accusato di una cosa che non stava né in cielo né in terra. È grave scandalo che i pm mi accusino e i loro colleghi mi assolvano». Luigi Bobbio, magistrato in aspettativa e relatore al Senato della riforma sull’ordinamento giudiziario nella legislatura 2001-06 (ora sindaco di Castellammare di Stabia), non si meraviglia: «È nella fisiologia del procedimento penale una simile eventualità».
In che senso?
È normale che le procure costruiscano le accuse e i giudici decidano se prosciogliere o meno. E poi perché è evidente che il presidente Berlusconi in questa storia non c’entra niente. Ma qui entriamo nella patologia del sistema giudiziario con un cittadino, imprenditore e politico che sta collezionando una serie di record da far riflettere più di qualcuno.
… quali sono i record?
Il record di indagini, procedimenti, processi fino ad oggi subìti e record di altrettanti prosceglimenti e assoluzioni che ha collezionato. A oggi il tabellone segna punti di un campo di basket segna: Berlusconi 25 punti e le varie procure zero.
Com’è possibile che Silvio Berlusconi o un qualsiasi altro cittadino finisca per ritrovarsi iscritto nel libro degli indagati?
È un aspetto normale delle vicende giudiziarie. Le indagini servono a raccogliere gli elementi e i giudici le devono valutare.
Dove sta la stortura del sistema?
Quando le indagini vengono condotte a tesi, quando si cerca di adattare la verità storica alle tesi precostituite e non si mette insieme una tesi sulla base dei fatti. Questa situazione ha il suo contraltare in un’altra anomalia pesante. Ovvero la situazione per la quale quando si arriva alla condanna nei confronti di alcune categorie colpevoli in questo Paese vige la cultura giustificazionista e perdonista. Oggi il sistema penale, con buona pace di tanti magistrati che si impegnano con dovere e con grande sacrificio, e per colpa di alcuni magistrati non è credibile perché si ostina a perseguire un cittadino che quando arriva davanti ai giudici viene assolto o prosciolto sistematicamente. E non credibile perché in migliaia di procedimenti di condanna di delinquenti accertati come tali la pena è sempre mite e a volte ridicola.
Da che cosa nasce questa incongruenza?
Il giudicante quasi con cristiana pietà tende a essere clemente nei confronti di assassini, ladri, spacciatori, estremisti politici. Una categoria di imputati che gode di un trattamento di grandissima benevolenza nella pena. Mentre nei confronti dei colletti bianchi, a volte, vengono emesse pene inquietanti per la loro durezza.
Anche qui i magistrati hanno grande discrezionalità…
La gravità del reato dovrebbe essere stabilita dal legislatore attraverso la pena edittale che indica nella norma che scrive. Al contrario la graduatoria dei reati è fatta dai giudici attraverso una serie di meccanismi che la legge prevede e che nella loro pratica applicazione rivelano il condizionamento ideologico dei giudici.
Qual è il meccanismo che permette al pm di aprire un fascicolo?
Il codice di procedura penale del 1989 è completamente diverso dal codice precedente e ora andrebbe rivisto. Prima le indagini partivano dai rapporti della polizia giudiziaria o sulla base di denunce dei cittadini. Dal 1989, indipendentemente dal modo in cui arriva la notizia al magistrato, questo è abilitato ad aprire un fascicolo. La sua discrezionalità è enorme. Al punto che pur essendoci una precisa norma del codice di procedura penale che vieta l’utilizzazione delle denunce anonime, non si contano i processi e le condanne che nascono da anonimi.
E che succede quando la richiesta del pm non ha nessun seguito e non si arriva al processo?
Nei casi più gravi, in teoria, ci dovrebbero essere sanzioni disciplinari. Di fatto ciò non raramente accade. Se poi c’è stata la detenzione preventiva esiste il risarcimento per ingiusta detenzione. Ma paga lo Stato e non il pm.
L’obbligatorietà dell’azione penale non ingessa la macchina della giustizia?
È un’obbligatorietà finta e fasulla. In ogni procura si decide quali indagini mandare avanti oppure archiviare.
L’obbligatorietà dell’azione penale è uno dei primi tabù da mettere in discussione. Mi pare che solo in Italia o in Spagna esiste questo sistema.
Ma secondo lei c’è persecuzione da parte dei magistrati nei confronti del premier?
Per rispondere basterebbe guardare con assoluta imparzialità e obiettività i fatti per come si sono svolti dal 1994 in poi.