Profumo, il papa nero azzoppato dai pm

18 Ott 2011 21:05 - di

Sognava un posto al sole in politica, al punto da autocandidarsi a suon di proposte, tipo: arrivo io e facciamo una bella patrimoniale, alla faccia di Berlusconi. Casini lo corteggiava come ministro dell’Economia di un bel governo di politici terzisti in combutta con i tecnici ansiosi di scendere in campo: banchieri, industriali e magari qualche finanziere della “city” pronti a rispondere – proprio loro, i protagonisti della crisi mondiale – alla crisi in cui versa il nostro Paese. Da ieri Alessando Profumo, il Papa nero del centrosinistra, o forse del Terzo polo, più che cercare una poltrona in politica deve preoccuparsi di procurarsi un avvocato in gamba, dopo essere stato raggiunto da un avviso di garanzia per il suo recente passato di manager di Unicredit. Una brutta storia, per il banchiere prodiano che due volte, nel 2005 e nel 2007, aveva votato, ostentando la sua partecipazione, alle primarie del Partito democratico. Ieri il Tribunale di Milano ha sequestrato 245 milioni di euro a Unicredit con un provvedimento che, per la prima volta in Italia, li quantifica come profitto di una colossale frode fiscale che nel 2007 e 2008 la banca guidata da Alessandro Profumo è accusata di aver attuato attraverso una complessa operazione propostale dall’inglese Barclays, seconda banca al mondo. L’artificioso travestimento in «dividendi» di quelli che in realtà erano «interessi», secondo i giudici di Milano, avrebbe generato a beneficio di Unicredit l’enorme risparmio d’imposte Ires e Irap. Da ieri il banchiere targato Prodi è uno dei tanti inquisiti d’Italia a cui si chiede di fare un passo indietro, prima ancora che dimostri, come speriamo accada, la propria innocenza. È il trionfo di quella logica anti-berlusconiana che consegna la classe politica italiana, anche quella aspirante tale, nelle mani di una magistratura che anche stavolta finirà per operare una selezione preventiva sui candidati al governo del Paese. E forse, a questo punto, è giusto che accada anche nel centrosinistra.

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