«Gli affidi alimentano un business milionario»
No alla “malagiustizia minorile” e alle sottrazioni di bambini alle proprie famiglie. Per dare una sterzata a “un’ingiustizia”, oggi a Roma il Movimento nazionale Italia garantista, presieduto da Pier Paolo Zaccai, ha organizzato il primo convegno nazionale sul tema: “Sottrazione coatta dei minori alle famiglie”. Al work shop parteciperanno Franco Cardiello e Cristiano De Eccher del Pdl, Giuliana Carlino dell’Idv e Rita Bernardini dei Radicali. «Il convegno costituisce un momento importante – spiega Zaccai – per analizzare il fenomeno dei “sequestri di Stato” proponendo soluzioni per una migliore politica familiare con relativo importante risparmio di spesa pubblica necessario per sanare le casse dello Stato. In tutta Italia sono circa 30.700 i drammatici casi del fenomeno delle sottrazioni coatte dei minori da parte dei tribunali dei minori. Migliaia di piccoli allontanati con diversi “pretesti” all’affetto, alle cure e all’amore dei rispettivi genitori». Durante i lavori verrà anche discusso il ddl, a firma Cardiello, sulla soppressione dei tribunali dei minori.
Senatore Cardiello, lei chiede l’abolizione dei tribunali dei minori e una riforma dei servizi sociali. Perché?
È una risposta ai frequenti casi di bambini sottratti alle proprie famiglie, su richiesta di assistenti sociali e psicologi per motivi che poi si sono dimostrati infondati. L’istituzione del tribunale dei minori risale al 1934 allo scopo di dare protezione agli orfani di guerra. Fu concepito come tribunale speciale, composto da due giudici togati e due giudici onorari. Si trattava di un’idea innovativa. Tuttavia, con il mutare della società, si sono presentati problemi che impongono una revisione.
Quali sono le nuove realtà a cui si riferisce?
La realtà è oggi rappresentata da minori figli di genitori separati e di bambini nati fuori del matrimonio. Inoltre, nel settore della famiglia non opera soltanto il Tribunale dei minori, cui sono demandate le adozioni e le violazioni delle potestà genitoriali, ma anche quello ordinario per quanto attiene la materia delle separazioni e dei divorzi. La soppressione del tribunale dei minori rientra anche in un’ottica di risparmio dei costi.
Ma molti minori vengono tolti alle famiglie perché alle spalle hanno casi di abusi…
Certo, ci sono casi giusti, ma non tutti vanno in questa direzione. Mi sono stati segnalati casi disperati di papà e mamme che hanno perso i loro figli e non sono riusciti più ad averli.
Se non ci sono più che validi motivi come può accadere un abuso del genere?
La procedura non aiuta. Basta una segnalazione dei servizi sociali per attivare un iter infernale che finisce con la “sottrazione” del minore. Il tribunale dei minori appena riceve la segnalazione invia un’assistente sociale e poi ricevuta al relazione, senza dare il tempo ai familiari, emette un provvedimento d’urgenza che toglie il bambino ai suoi genitori e lo porta all’interno delle case famiglie. Un provvedimento che, malgrado sia definito provvisorio, viene reiterato fino a cinque o sei anni. Con l’impossibilità per la famiglia di riprendersi il bambino.
Sì, ma nel momento in cui il bambino viene dichiarato adottabile la famiglia può fare ricorso e questo spesso non avviene…
Vale sempre la relazione dell’assistente sociale. Dai casi che ho sulla mia scrivania è emerso che il tribunale dei minori spesso sbaglia. Nell’80 per cento dei casi potrebbe anche agire bene, ma quel 20 per cento di “errori” non è ammissibile. E, poi, c’è altro…
… che cosa?
Affidi e sottrazioni alimentano un business stimato intorno al milione di euro ogni anno. Ogni bambino costa approssimativamente 300 euro per la retta giornaliera alle case famiglia. C’è troppa poca chiarezza. Le faccio un esempio, in una regione del Nord il consulente del tribunale è socio della comunità…
Se si eliminano i tribunali per i minori chi svolgerebbe le loro competenze?
I tribunali ordinari e le corti d’appello in apposite sezioni specializzate per la famiglia e per i minori composte esclusivamente da giudici togati. In questo modo vengono rimossi gli psichiatri e gli psicologi che oggi hanno il ruolo di giudici onorari. Nei confronti dei servizi sociali si prevede che siano costituiti nuclei di polizia giudiziaria presso le sezioni specializzate istituite nelle procure, togliendo di fatto qualsiasi funzione giuridica agli assistenti sociali che tornerebbero dunque alla loro funzione originale di assistenza sociale.
Ma quali sono le “anomalie” del sistema?
Bisogna stabilire tempi certi del provvedimento provvisorio. Perché in Italia, e questo è un paradosso, non c’è la certezza della pena e neanche quella del diritto. E, poi, bisogna garantire alla famiglia la possibilità di difendersi. Perché ora manca il contraddittorio, non c’è la possibilità di nominare un perito di parte.
In che senso?
L’assenza di un rappresentante processuale degli interessi del minore fa sì che il giudice minorile sia nello stesso tempo organo giudicante e portatore dell’interesse superiore del bambino, con la conseguenza che, troppo spesso, la voce del genitore, che viene a trovarsi in contrapposizione con il bambino, viene disattesa o addirittura non audita. Quest’ultima ipotesi si verifica nel momento in cui il procedimento dinanzi il tribunale dei minori ha inizio ad istanza del pubblico ministero presso la procura della Repubblica minorile. Il pm, infatti, formula le proprie istanze di sospensione o di decadenza della potestà genitoriale e di affidamento del minore ai sevizi sociali. Il tribunale minorile accoglie le istanze del pm e le famiglia non può fare altro che accettare che il figlio venga a lei tolto, senza che abbia potuto conoscerne le ragioni. E tutto ciò è veramente aberrante.