«Ma la priorità non era ridurre il debito?»
Lo spread? Un mese fa sembrava dovesse determinare le nostre vite, poi non se ne è più parlato. Con il debito pubblico è accaduto lo stesso: argomento cruciale del dibattito fino a poco tempo fa, oggi è scomparso dalle agende politiche. E dalla manovra. Un buon motivo, spiega l’ex sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, per non essere soddisfatti del pacchetto Monti.
Onorevole Giorgetti, prima di entrare nel merito ci tolga una curiosità: che ne pensa delle lacrime del ministro Fornero?
Mah, guardi… Capisco la reazione personale rispetto a una manovra particolarmente stringente, ma in ogni caso è una scena che non mi ha commosso, se devo essere sincero…
E sui contenuti della manovra che dice? Ci voleva davvero un governo “dei professori” per metter su una stangata come questa?
Be’, è un decreto che punta tutto sulle entrate e non fa quasi nulla per la riduzione della spesa, a parte i provvedimenti che riguardano le pensioni, che tuttavia avranno un effetto nel lungo periodo.
Non sembra molto soddisfatto…
Se devo dire la mia opinione, direi che è una manovra scontata. Forse troppo.
Si poteva fare di più e meglio?
Io, in effetti, non sono granché soddisfatto, anche se il Pdl ha promesso di votare il provvedimento e così faremo. Vediamo, magari, se sarà possibile apportare qualche modifica in Parlamento.
E intanto qualcuno già rimpiange il governo precedente…
Noi, in effetti, avevamo presentato sedici provvedimenti economici senza mai ricorrere a un aumento della pressione fiscale di tale entità…
C’è poi un’altra questione: stringere la cinghia può anche essere sopportabile, se c’è la necessità di sistemare la situazione e voltare pagina. Ma se non si interviene sulla riduzione del debito rischiamo presto di ritrovarci sempre allo stesso punto…
In effetti eravamo partiti con l’idea della patrimoniale, si voleva intervenire sui patrimoni con misure una tantum finalizzate alla riduzione del debito, che è il nostro vero problema…
E poi che è successo?
Poi di tutto questo non è restata traccia. Del debito nessuno ha più parlato. L’unica misura che ha a che fare con la riduzione del deficit è quella relativa alle pensioni, che però darà i suoi frutti in tempi non immediati. In compenso ci sono stati tagli ai soliti noti, cioè agli enti locali. La stessa Imi, che avevamo proposto noi, è stata del tutto snaturata…
In tutto questo c’è l’eterno spettro della Grecia a paralizzare il dibattito. Come si può discutere serenamente una manovra se a ogni critica si agita il fantasma del collasso?
Ma il dibattito è già paralizzato. Di fatto ci viene chiesta una votazione a scatola chiusa. Resta il fatto, tuttavia, che ci sono diverse questioni che restano aperte. Come, appunto, il tema del debito…
Se non altro siamo tornati protagonisti in Europa. O no?
Mah, il duo franco-tedesco non mi sembra che la veda in questo modo. Le ultime notizie parlano di un “no” di Merkel e Sarkozy agli eurobond e sempre loro hanno proposto di modificare i trattati ipotizzando – nel caso non si raggiunga un accordo a 27 – di trovare un’intesa a 17 <+corsivo>[In serata, in verità, fonti comunitarie hanno precisato che Merkel e Sarkozy stanno sì lavorando a una modifica dei trattati, ma solo se fatta a 27 – ndr]<+risposta>. Insomma, non mi sembra che vi sia davvero un rinnovato protagonismo dell’Italia sulla scena internazionale.
Insomma, nulla di buono sotto al sole?
No, un segnale positivo in effetti c’è: è l’andamento delle borse. Che poi è stata, a suo tempo, la vera causa della caduta del nostro governo.
Del divieto di condurre transazioni in contanti oltre i mille euro cosa pensa?
Ci sono valutazioni contrastanti, a riguardo. Si dice che il provvedimento debba contrastare l’evasione, ma per me, in un contesto di questo tipo, che inevitabilmente porterà a un’ennesima gelata dei consumi, è difficile che un provvedimento del genere determini un contrasto significativo all’evasione. Credo, invece, che causerà una stretta che colpirà artigiani e piccoli commercianti.
Intanto Monti ha annunciato che rinuncerà allo stipendio di Palazzo Chigi e a quello di ministro dell’Economia. Un pizzico di demagogia in un contesto che ben poco strizza l’occhio ai cittadini?
Sono scelte che vanno sempre rispettate, ma non credo che il premier faticherà ad arrivare a fine mese.