E Sgarbi riporta una pornostar alla Camera 25 anni dopo Cicciolina
A distanza di qualche metro siedono monsignor Vittorio Formenti, Officiale della Segreteria di Stato e incaricato per l’ufficio statistico del Vaticano, e Vittoria Risi, attrice osè – «Pornostar, prego!», corregge infastidita – passata agli annali del settore per le mirabili interpretazioni di remake del calibro “Il diavolo sveste Praga” e “James Bondage”. Il primo indossa l’abito grigio clergyman, composto da pantalone, camicia con colletto rigido bianco, la seconda veste un leggins attillato con scollatura notevole: ignari, l’uno dell’altra, assistono nella sala del Mappamondo della Camera alla presentazione del libro del deputato Antonio Razzi. Angeli e demoni. Al tavolo dei lavori c’è un Silvio Berlusconi pimpante, a sua volta ignaro di quella platea che oscilla tra sacro e profano ma composta anche di tanti parlamentari del Pdl e di gente comune convocata dai “responsabili”: tutti pronti a tributare al Cavaliere, a fine discorso, una standing ovation nostalgica, d’altri tempi.
È la fotografia di un pomeriggio alla Camera nel segno di Vittorio Sgarbi e delle sue provocazioni, che passano anche per la “dissacrazione” di un luogo storico di Montecitorio, come la sala del Mappamondo, il cuore della politica del Palazzo, aula a parte, il luogo dove si svolgono commemorazioni, convegni istituzionali e spesso le bicamerali o le commissioni riunite su provvedimenti come la Finanziaria. La discutibile idea del critico d’arte di circondare Berlusconi di donne appariscenti e dal curriculum a luci rosse, statene certi che stamattina varrà al Cavaliere qualche titolo moralistico sui giornali non propriamente amici, di cui Berlusconi – a giudicare dal suo imbarazzo di ieri – avrebbe volentieri fatto a meno.
C’è di tutto e di più nella sala del Mappamondo della Camera che ospita la presentazione del libro del deputato “responsabile” che il 14 dicembre del 2010 passò dall’Idv alla maggioranza per salvare il governo Berlusconi. Il Cavaliere ha un debito di riconoscenza con il baffuto deputato, accusato in passato di aver intascato dal Pdl soldi per il mutuo di casa in cambio del voto. «L’unica cosa che ho fatto per lui è stata la prefazione al libro», spiega Berlusconi, con accanto Silvano Moffa, capogruppo di Popolo e territorio, e Vittorio Sgarbi, alla sua destra, che per l’occasione s’è presentato a Montecitorio con uno stuolo di amiche, tra cui anche la signora Risi, con cui già a Venezia si era accompagnato scatenando i fotografi. L’ex premier non sa della platea particolarmente bollente, dove siedono anche altre amiche del critico, biondone, ritoccate e ipertruccate, tra modelle e divette tv. Berlusconi svolge il suo intervento, parla di Monti, riserva parole di amicizia per Razzi, scherza con Sgarbi e con lui si concede una battuta osè – “anche nell’aldilà c’è il bunga bunga?” – e trova il tempo di augurarsi che il Milan vinca con la Lazio, nell’incontro previsto ieri sera all’Olimpico. Poi va via, senza concedersi alla piccola folla che lo assedia tra cui, anche se a distanza, c’è anche l’amica di Sgarbi, che ha riportato una pornostar alla Camera venticinque anni dopo la clamorosa apparizione a Montecitorio di Ilona Staller, in arte Cicciolina, eletta nelle file dei Radicali. Berlusconi se la fila via e non si concede a foto più o meno imbarazzanti, da utilizzare poi dalle “attrici” presenti per un briciolo di pubblicità: infila l’uscita laterale e va in aula a votare, poi si sposta per mezz’ora nella stanza che gli è stata assegnata nella galleria dei Presidenti, corridoio parallelo al Transatlantico e off limits ai giornalisti che possono solo attraversarlo senza però fermarsi sui divanetti riservati ai parlamentari. L’ex premier sfugge per tutto il tempo in cui si trova a Montecitorio ai cronisti che appostati nei vari corridoi cercano di intercettarlo e, prima di recarsi nel suo ufficio, dopo aver dribblato due ore prima le pornostar, dribbla di nuovo anche i giornalisti passando attraverso l’infermeria e poi raggiungere il suo ufficio. E resta lì, stanco ma immacolato.