Il Pkk tenta di sabotare la candidatura turca alle Olimpiadi del 2020

16 Feb 2012 20:18 - di

Due agguati incendiari si sono verificati mercoledì sera a Colonia, dove qualcuno ha preso di mira la redazione del giornale turco Zaman e un caffè molto frequentato della città, anche questo di proprietà di una famiglia turca. Nessuno è rimasto ferito. E secondo gli inquirenti i due episodi, probabilmente collegati, potrebbero essere riconducibili a un’azione del Pkk curdo, il partito dei lavoratori curdi, di ispirazione marxista-leninista, responsabile di sanguinosi attentato in Turchia e in tutta Europa. Durante gli agguati, ha riferito un portavoce della polizia, sono stati urlati slogan di propaganda tipici del movimento armato indipendentista curdo, che dagli anni ‘80 combatte contro il governo centrale di Ankara. La polizia ha arrestato due giovani ritenuti sospetti, rispettivamente di 17 e 22 anni.
L’agguato alla redazione giornalistica è avvenuto con il lancio di alcune molotov da una finestra al primo piano dell’edificio. I danni sono stati modesti. Zaman, testata ritenuta filogovernativa, è uno dei più importanti quotidiani turchi presenti in Germania, con una tiratura di 28 mila copie al giorno. Mercoledì ricorreva il tredicesimo anniversario dalla cattura di Abdullah Ocalan, leader storico del Pkk.
Episodio meno grave, ma sempre preoccupante, quello avvenuto in Francia quasi contemporaneamente a quello di Colonia. Sempre mercoledì, a Parigi, un gruppo di circa 15 sostenitori mascherati del Pkk hanno infatti attaccato la redazione francese di Zaman. Hanno minacciato 17 dipendenti che erano in ufficio, rompendo finestre, danneggiando mobili, televisori e computer nell’edificio. Le autorità francesi hanno avviato un’indagine. L’ambasciatore della Turchia a Parigi, Tahsin Burcuoglu, ha fatto visita alla sede del giornale lamentando la negligenza della polizia francese: «È chiaro che il fatto che i responsabili di questo sono rimasti impuniti incoraggia l’organizzazione terroristica a effettuare nuovi attacchi. È responsabilità dello Stato francese assicurare la pace e la sicurezza per i turchi che vivono in Francia», ha detto l’ambasciatore. Il rappresentante di Zaman Paris Emre Demir detto che l’attacco è il terzo negli ultimi sei mesi.
Zaman ha uffici in Europa che negli ultimi mesi sono diventati un bersaglio frequente per il Pkk. Il 18 ottobre dello scorso anno, la redazione di Zaman a Vienna è stata occupata da un gruppo di pro-Pkk, mentre molotov sono state lanciate nell’ufficio di Londra il 30 ottobre. Nell’incidente più recente, i sostenitori del Pkk hanno attaccato gli uffici di Zurigo di Zaman.
Il perché di questo disegno è chiaro: avendo il premier Erdogan avviato da tempo un processo di riconciliazione e di dialogo con i curdi presenti in Turchia, circa 25 milioni di persone, il Pkk, isolato dalla stessa popolazione curda che gli preferisce gli altri partiti moderati, tenta di screditare il governo di Ankara in Europa, in modo da mettere a rischio la candidatura di Istambul per le Olimpiadi del 2020, esattamente come facevano qualche anno fa in Spagna i terroristi dell’Eta, diffidando i turisti dal recarsi nel Paese iberico.
I curdi sono forse la più grande “nazione” al mondo senza un territorio: sono infatti divisi tra Turchia, Iran, Iraq, Siria, Armenia, e altre comunità sono presenti in Libano, Giordania, Georgia, Azerbaigian, Afghanistan e Pakistan. Si stima che siano oltre trenta milioni, più un milione della diaspora. Aspirano da sempre alla creazione del Kurdistan, ma spesso sono stati perseguitati e uccisi in molti Paesi che li ospitano, come accadde in Iraq ai tempi di Saddam Hussein, in Iran e anche in Turchia, limitatamente però ai terroristi del Pkk comunista.
Il Pkk ha capito perfettamente che le Olimpiadi sono un formidabile volano di sviluppo, che crea posti di lavoro, infrastrutture, con un indotto gigantesco. Per questo tenta di boicottare la Turchia anche in questo modo. Vedremo se il tentativo avrà successo o se Erdogan riuscirà a convincere l’Occidente che il terrorismo è sotto controllo.

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