«Lavoriamo per un fisco umano»
«A marzo le addizionali, a giugno l’Imu a ottobre le aliquote Iva, ma se alle famiglie e alle imprese non diamo un po’ di ossigeno crolla tutto il sistema». «Non si può vivere di sole tasse», avverte Maurizio Leo, membro della commissione Finanze della Camera, che spiega: «Il governo si deve far carico di questi aspetti, ci sono altre iniziative da prendere, a partire dalla riduzione della spesa pubblica». «Noi lo pungoliamo per questo», aggiunge il deputato del Pdl, nel giorno in cui il partito ottiene la rateizzazione dell’Imu. «Ci sarà sicuramente», ha detto ieri il presidente della Finanze Gianfranco Conte, parlando di tre tranche di pagamento. Quindi, lunedì, quando scadrà il termine per gli emendamenti al decreto di semplificazione fiscale non dovrebbero esserci sorprese. «Quello che stiamo cercando di fare – spiega ancora Leo – è portare umanità in norme che sono un po’ rigide, brutali».
Onorevole, in Italia e in questo momento in particolare parlare di fisco umano suona come un ossimoro…
E invece non solo è possibile, ma va fatto. Noi ci siamo battuti per la rateizzazione dell’Imu per questo. Giugno è un momento in cui i contribuenti già affrontano tutta una serie di difficoltà, rateizzare significa dare loro un po’ di respiro, tenere conto dei problemi reali che affrontano.
Il presidente dell’Anci Graziano Delrio dice che se si rateizzasse anche l’Imu per le seconde case per i Comuni sarebbe «devastante». Il presidente Conte su questo punto è stato possibilista, ha detto che «ci stiamo lavorando». L’Imu sulla seconda casa si pagherà tutta insieme?
Vedremo come andranno i lavori. Il problema dei Comuni è che devono fare i bilanci di previsione entro il 30 giugno e in qualche modo la rateizzazione può pregiudicarli, ma altri pregiudizi ai conti pubblici non ne arrivano, perché le tre rate sono assolutamente tollerabili. Quello di cui ci deve rendere conto che anche chi è titolare di una seconda casa può incontrare difficoltà. Magari è una famiglia che ha comprato un appartamentino al mare in altri momenti, forse anche facendo un mutuo, e che ora deve pagare il 7,6 per mille o anche il 10,6 visto che i Comuni possono graduare l’aliquota e molti la stanno alzando. È chiaro che ci sarà anche quello che ha dieci case e che ha la disponibilità per pagare, ma penso che andare a segmentare tutte le situazioni creerebbe più che altro problemi.
In futuro l’Imu sulla prima casa si pagherà ancora?
Il Pdl lavora perché questo non succeda, noi abbiamo sempre guardato con sfavore alla tassa sulla prima casa e, non a caso, il governo Berlusconi l’aveva tolta. Non si può ritenere che la casa in cui si vive sia espressione di reddito e l’accesso alla sua proprietà è un principio garantito dalla Costituzione. Detto questo, però, dobbiamo fare i conti con la realtà e con le difficoltà che vivono i Comuni. Eliminare questa imposta a stretto giro può essere difficile. Noi certo continueremo a chiederlo, ma contestualmente dobbiamo lavorare per trovare le coperture finanziarie. Penso che ci si possa riuscire, ma più in là nel tempo.
Un altro capitolo sensibile: le fondazioni bancarie. L’Imu la pagano o no? Ieri Conte ha detto che «è un falso problema»…
Ed è vero. Le fondazioni bancarie la pagano come tutti gli enti non commerciali e bisogna anche uscire dall’equivoco che siano “banche”. Sono organismi che detengono partecipazioni delle banche, ma hanno un impegno a riversare sul territorio tutti gli eventuali dividendi che ne traggono. A mio avviso, dovremmo puntare a rendere più incisivo questo impegno, che riguarda anche interventi nel sociale.
La questione delle fondazioni bancarie in questi giorni è andata insieme a quella dell’Imu sugli appartamenti degli anziani in casa di riposo. Conte ha sposato la lettura del governo per cui con le agevolazioni si rischierebbe «un problema sociale», una situazione in cui i figli fanno ricoverare i genitori per approfittarne. Guardando anche a certe norme della riforma del lavoro, non le sembra che ci sia un eccesso di cultura del sospetto?
Mi sembra che spesso si prenda a metro la patologia e non la normalità. È vero che le patologie esistono, ma per quelle si predispongono contromisure, sanzioni, meccanismi antiabusi. È giusto che sulle case degli anziani ci sia quella preoccupazione, ma è sbagliato che diventi il faro della norma. So che ci sono sensibilità diverse anche nel mio partito, ma io resto dell’idea che una persona che gioco forza si allontana dalla sua casa, dai suoi affetti, dalle sue abitudini di vita non possa vedersi anche tassato come se la casa in cui ha abitato per tutta la vita fosse diventata un “lusso”.
Per gli emendamenti c’è tempo fino a lunedì e il solo Pdl ne ha preparati 32. Cos’altro c’è di qualificante in quei testi?
Molto, tutto direi. Personalmente ho presentato un emendamento per la certezza nel diritto tributario. Il cittadino deve sapere cosa può fare e cosa non può fare. Bisogna colpire l’evasione, ma dove la norma non è chiara e il cittadino sceglie la formula più vantaggiosa non può essere criminalizzato. Lì la colpa è prima di tutto del legislatore e bisogna che il legislatore intervenga, anche perché un sistema di regole così farraginoso, complesso, incerto è un freno anche per gli investitori esteri.