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Monti dia voce a chi (per ora) resta in silenzio

Monti dia voce a chi (per ora) resta in silenzio

Politica - di Redazione - 26 Aprile 2012 alle 20:32

Non è solo una questione di sondaggi, grafici e asticelle che si fermano sul segno “più” o sul segno “meno”. Il calo di consensi per Monti e il suo governo – dopo il salva-Italia, il cresci-Italia, il libera-Italia e l’annuncio dell’asse Roma-Berlino – ha un significato ben preciso: al di là dei provvedimenti sponsorizzati come tante piccole rivoluzioni, la gente ha la sensazione (se non la certezza) di aver fatto sacrifici e che questi sacrifici non siano serviti a niente. È cambiato il clima, il flirt è durato pochissimo. Superficialmente in giro si sostiene che ci sia tanta rabbia. È vero solo in parte, perché chi è arrabbiato grida di più, al bar come sul web. Ma can che abbiaia non morde. Più preoccupante è il silenzio della maggioranza degli italiani, un silenzio intriso di pessimismo. È il dato su cui riflettere. Perché la rabbia passa, il pessimismo è difficile da combattere. Monti dice che non ci sono scorciatoie, insiste nel ripetere che l’unica strada percorribile è quella del rigore, avverte che bisogna cambiare il modus vivendi, a giorni alterni promette che ci sarà la crescita ma che per adesso bisogna stringere i denti e la cinghia. Il problema è che le famiglie hanno già stretto (e tanto) sia i denti sia la cinghia senza dire una parola e senza ottenere nulla in cambio. Non c’è stato il do ut des. E se non ci fosse stato l’intervento dei partiti – come quello del Pdl sull’Imu – la situazione sarebbe ancora più complicata. Monti, in verità, non ha mai detto di voler regalare un sogno. Ma un piccolo sforzo per un barlume di speranza avrebbe potuto farlo.

26 Aprile 2012 alle 20:32