Matteoli: Monti? Se si candida e vince, “chapeau”
Reduce da vertici, telefonate, pranzi di lavoro, da oltre quarant’anni in politica (talvolta in minoranza, come sulle preferenze, anche se poi «si adegua» alla scelta prevalente), Altero Matteoli tira un sospiro di sollievo per l’archiviazione del tema-scissione. Da toscano e pragmatico, preferisce concentrarsi sulla campagna elettorale.
Cosa avete deciso con Berlusconi e Alfano nell’ultimo vertice? Qual è lo stato di salute del Pdl?
Innanzitutto è emerso che non c’è alcuna volontà di scissione o spacchettamenti, ipotesi che ho sempre rifiutato di prendere in considerazione. Poi abbiamo discusso e progettato le modalità per rimettere in moto la macchina elettorale delle politiche, un’offensiva importante.
Si voterà anche a Roma e nel Lazio. Andrete verso le primarie?
Per le comunali di Roma il sindaco Alemanno ha sempre detto di volerle celebrare e credo verranno confermate, il partito è d’accordo.
E per il successore della Polverini?
Per le regionali ci sono diversi dirigenti che le auspicano. A partire dal segretario Alfano, nel Pdl non ci sono contrarietà: si tratta di organizzarle, di verificare i tempi e di farle in modo pulito e serio, non propagandistico.
Sta pensando al Partito democratico?
Il Pd è costretto a farle perché è incapace di decidere, poi una volta celebrate disattende il risultato, come si è visto a Napoli e Palermo. Una volta che è partita la macchina con la candidatura di Renzi, in corsa Bersani pretende di cambiare le regole. Se dobbiamo farle così, sono contrario.
Per il candidato a Palazzo Chigi? Alcuni suoi colleghi le chiedono in ogni caso.
Non hanno senso, se si candida Berlusconi, che è il premier uscente, che si fanno a fare?
Allora scende in campo? È uno scoop…
Voglio dire che, nel caso in cui il Cavaliere dovesse riproporsi, il candidato è lui e bisognerebbe solo ringraziarlo. Le primarie sono nate sulla debolezza dei partiti che non sono in condizioni di decidere. Ma allora devono essere istituzionalizzate. Prima di decidere chi si candida bisogna scrivere il regolamento, bisogna stilare le regole altrimenti è un bluff. Certamente quello che è successo alla Regione Lazio merita un ricorso ampio agli elettori.
I partiti della Seconda Repubblica vanno rottamati? E in che modo?
C’è una crisi profonda che riguarda tutti i partiti, perché sono fermi a una cultura ottocentesca, non sono stati capaci di adeguarsi ai grandi cambiamenti avvenuti nella società civile. Sono meno autorevoli e vanno riformati. Penso alle nuove tecnologie, ai nuovi linguaggi. Un tempo un politico viveva di strette di mano e di comizi, oggi c’è la rete. Però attenzione al partito virtuale, ci vuole un mix.
Oltre agli strumenti, non c’è un problema di selezione della classe dirigente? E poi dei candidati?
Certo, una volta si arrivava a candidarsi alla Camera dopo una piccola o grande gavetta che oggi non c’è più.
Pensa alla Minetti?
Voglio dire che mancano le stanze di compensazione, le sedi decisionali giuste. Anche il Pdl va riformato riunendo gli organi molto più spesso di ora, facendo incontri su argomenti specifici per poi lavorare su progetti che arrivino in periferia e vengano aggiustati regione per regione. Il confronto interno ai partiti non è sostituibile.
Se la selezione dei dirigenti e dei candidati è un buco nero, l’alternativa ai parlamentari nominati nelle “segrete stanze” dai colonnelli non è rappresentata dalle preferenze?
Sono contrario. Lo sanno tutti.
Molti nel Pdl le giudicano il “male minore” rispetto alla cooptazione…
Ci sarà un motivo se in nessun Paese al mondo ci sono le preferenze…
Allora andrebbero eliminate anche per le amministrative?
Penso di sì. Su questo mi confronto, finora non si è votato né deciso. Si è caricata l’opinione pubblica contro il porcellum e poi? Mi piace discuterne dentro il Pdl, poi se si deciderà diversamente da me, mi adeguo.
A proposito di porcellum, che ne dice della bozza Calderoli?
Non esiste, è un ordine del giorno, l’ho letta ma non è un articolato sul quale la commissione possa votare.
Montezemolo?
Spero che si candidi e faccia parte dello schieramento moderato accanto al Pdl.
Lui è favorevole a un Monti-bis. È un problema?
Se Monti si candida, fa una lista e vince, allora governa. Le sembra che si possa andare in campagna elettorale con Bersani contro Berlusconi, Casini contro Vendola con scontri anche molto duri mentre Monti sta alla finestra, per poi dire “eccomi, arrivo io e faccio il premier”?