Scioperi, acceleriamo sulle nuove regole
Uno sciopero degenerato in una condizione definita da più parti “incivile”. Un martedì nero degno dei peggiori incubi, un punto di non ritorno. Di fronte a questa giornata di ordinaria follia e di disagi drammatici Maurizio Castro, capogruppo del Pdl in commissione Lavoro al Senato, non ha esitato un attimo a chiedere che venisse ripreso con urgenza l’iter parlamentare del ddl presentato durante il governo Berlusconi, e poi interrotto, per una nuova regolazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali
Quali sono i caposaldi di questo ddl del governo Berlsconi, il cui iter fu poi sospeso?
Aspetti che conciliano sia la visibilità del disagio di chi sciopera – che assolve a un diritto sancito dalla Costituzione – sia la tutela del diritto fondamentale alla mobilità dei cittadini. Un aspetto è il cosiddetto sciopero “virtuale”, che può essere reso obbligatorio per determinate categorie le quali, per le peculiarità della prestazione lavorativa determinino o possano determinare, in caso di astensione dal lavoro, la concreta impossibilità di erogare il servizio principale ed essenziale. In sostanza, lo sciopero viene regolarmente proclamato con ampia visibilità, ma i lavoratori vanno regolarmente a lavorare per garantire il servizio ai cittadini. L’azienda, poi, devolverebbe il denaro che avrebbe detratto agli scioperanti in un Fondo destinato ad iniziative sociali. Una modalità di cui riscontriamo felici esperienze nel nord Europa e addirittura in Oriente.
Avete pensato a come limitare l’effetto incertezza che si diffonde già dai giorni precedenti? Molti vanno direttamente in ferie, alcuni esercizi commerciali decidono di chiudere e non si lavora più…
Proprio così. Quando lo sciopero non è unitario e non indetto dalle sigle sindacali maggiori, prevediamo che sia sottoposto a referendum tra i lavoratori. Con l’obbligo per i singoli di comunicare se aderisce o meno, in modo che si possano organizzare per tempo i servizi minimi.
Qualcosa per irrobustire le fasce protette? Il Garante ha aperto un’inchiesta al riguardo…
Dal ddl uscirebbero rafforzati i poteri della Commissione di Garanzia, introdotta nel ‘90, soprattutto per quanto riguarda la fase preventiva, ossia la possibilità effettiva di avere poteri arbitrali e tentare conciliazioni. Quanto alla fase “repressiva” è previsto un aumento delle sanzioni in caso di violazione.
Sarà evitato lo sciopero “a freddo”
La direzione è questa. Sarà obbligatorio esperire una soluzione alle controversie e limitare l’“effetto-annuncio”: capita che solo fuori tempo massimo si sappia che uno sciopero è stato revocato. Ebbene, la revoca deve comunque avvenire secondo modalità che garantiscano i cittadini, con anticipo e pubblicità immediata.
L’iter del ddl fu sospeso. L’attuale governo ha sottovalutato il problema?
Era una stagione in cui sembrava prevalere un’etica della responsabilità anche nelle relazioni industriali. Poi il nostro governo si dimise. Nessuno si sarebbe immaginato che il clima creatosi avrebbe determinato una degenerazione come quella di martedì. In un momento di crisi come questa, andare a impattare sulla mobilità di altri cittadini ha un significato sociale disgregante: una categoria contro un’intera comunità. Tendendo conto che il settore gode di trattamenti economici e contrattuali largamente privilegiati rispetto a quelli di molti lavoratori del settore privato.
Singolare che il Pd e l’Idv si siano opposti a questa accelerazione del ddl. Non trova?
Una posizione così datata, che conferma che la deriva del centrosinistra è tutt’altro che retorica. In tutte le socialdemocrazie europee il diritto alla mobilità è fondamentale.