La Merkel & C. stiano un po’ zitti. Almeno per rispetto degli italiani
L’abbiamo capito, ce l’hanno detto in tutte le salse, non c’è bisogno di ripeterlo: Monti è bello e buono, Berlusconi è brutto e cattivo. Poiché è brutto e cattivo, non deve parlare. E se parla, i giornali non devono titolare su di lui (come ha imposto Bersani). La Merkel non lo vuole in mezzo ai piedi, ha detto Antonio Martino, «perché non si allinea, non scatta sull’attenti e non ubbidisce». Bene, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma sarebbe anche ora di finirla, specie dall’estero, anche per questione di stile. Basta fare un giro sul web per rendersene conto, gli italiani si sentono offesi nella loro dignità e nella loro intelligenza, non hanno bisogno di essere imboccati come bambini. Dopo Daul, Schulz, Westervelle, la Cancelliera, Schaeuble, nelle ultime ore a mettere il becco in casa nostra sono stati altri “autorevoli” esponenti. Tra gli altri, François Hollande (la cui luna di miele con i francesi è durata sì e no qualche settimana) che ha sparato contro il Cav: «Non ha prospettive concrete di tornare a Palazzo Chigi». Per non parlare del premier lussemburghese Jean Claude Juncker: «Ho chiaramente detto, in presenza del signor Berlusconi, che ne ha preso atto con tutto il piacere che potete immaginare, che ero riconoscente per quello che Monti ha fatto in Italia». Molto elegante. E questi sono solo due esempi. L’unico che si è distinto è stato Mariano Rajoy: «Bisogna rispettare le decisioni che prenderà il popolo italiano». Un concetto elementare, quello espresso dal premier spagnolo. Che in molti fingono di non capire. Ecco, se i vari Schulz e i vari Hollande prendessero esempio da Rajoy ne guadagnerebbero in credibilità. E in educazione.