Baccini: «Casini s’è messo in un vicolo cieco»
Di tatticismi si può anche morire, elettoralmente parlando. La polarizzazione dello schema politico che la discesa in campo di Berlusconi ha ricomposto, prefigurando un centrodestra alternativo alla sinistra-centro di Bersani e Vendola, mette all’angolo di fatto il centro, l’Udc e i sogni di gloria terzopolisti. Lo rilevava ieri il senatore del Pdl, Raffaele Lauro, che conti alla mano sosteneva che «lo scontro tripolare tra Berlusconi, il duo Bersani-Vendola e Grillo, sotto l’ombrello protettivo del porcellum, polverizzerà tutte le aspirazioni neocentriste ed i sogni dei montiani Casini, Fini, Montezemolo, Passera, Riccardi e compagnia. La loro terza repubblica non vedrà la luce». Ne è convinto ancor di più Mario Baccini, parlamentare del Pdl, ex Dc, che non crede, ci dice, a un «centro flessibile», come quello rappresentato in questo momento dal partito di Pier Ferdinando Casini.
Baccini, il ritorno del Cavaliere ha “sparigliato” soprattutto i sogni centristi?
Sì, ma va fatta una premessa. La presenza di Berlusconi rappresenta un patrimonio che non è in discussione nel centrodestra, è una risorsa che permette alla nostra cultura politica e a nostri valori moderati e cattolici di poter superare un momento di difficoltà oggettiva. Glielo dice uno che non è mai stato un “berlusconiano” ma che ritiene che l’approdo a una grande partito popolare europeo è imprescindibile dalla presenza di Berlusconi. La mia non è una dichiarazione di fedeltà, è una valutazione politica. Penso, invece che Casini stia organizzando una politica centrista che ha più un aspetto elettorale che di sostanza politica.
L’onorevole Casini ha invece rovesciato le carte e ha dichiarato che «il Pdl ha tolto la fiducia a Monti solo per calcolo elettorale». In realtà i calcoli li ha sempre fatti l’Udc, con una tattica altalenante, oggi più che mai marginale, non trova?
Ma certo, è un centro senza una sostanza politica, ripeto. Del resto, la prospettiva dei moderati con Bersani e Vendola si ridurrebbe a quello di una dama di compagnia. Il calo di consensi progressivo si spiega anche con il fatto che i cittadini sinceramente popolari, moderati e legati ai valori tradizionali non si sentono di far parte di uno scenario di sudditanza e subalternità alla sinistra.
L’ipotesi di un “listone” con Montezemolo e Fli non sembra molto “gettonato” alla luce del nuovo schema politico. Rischiano di essere stritolati?
La Lista per l’Italia è un mero comitato elettorale. L’attuale legge con cui probabilmente si andrà a votare, con lo sbarramento al 5%, non consente la nascita di un centro autonomo. Un centrismo che voglia contare, avere un ruolo plitico, ha un’unica via: stare nel centrodestra. Mi sto battendo per questo.
È lo stesso Casini, del resto, a porre la pregiudiziale antiberlusconiana. Lei che conosce bene l’ambiente dell’Udc, la pensano tutti come lui?
Non credo. Per questo mi sto dando da fare con la rete dei cristiano-popolari, perché ritengo che la costruzione di un grande centrodestra che si propedeutico a una grande partito popolare europeo debba partire dal basso, dalla gente, dagli elettori e da una mera operazione di vertice. Mi sto battendo anche perché si torni a fare congressi nel mondo del centrodestra. Il fatto è che un centro può esistere solo se rappresenta sensibilità moderate diffuse negli elettori.
Mi sta dicendo che il centro che auspica Casini non è credibile?
Sto dicendo che il centrismo è una cosa seria e ha una grande tradizione. Oggi il centro ha abdicato e ha perso la sua centralità da quando ha finito di avere come riferimenti i valori che si riconoscono nella dottrina sociale della Chiesa, nei comportamenti, nelle scelte politiche, nelle alleanze. Un centro può esistere se rappresenta questi valori e non altri. Non credo al centro “flessibile”.
Il vero centro sta nel centrodestra, quindi? L’Udc sempre più all’angolo?
Il Pdl è nato per dare vita, tra l’altro, a un progetto con l’idea di formare il Partito popolare europeo in Italia. A questo progetto aderimmo come co-fondatori noi Cristiano popolari, che oggi chiediamo di sostenere ancora il progetto del presidente Berlusconi e del segretario Angelino Alfano per un centrodestra unito che riscopra e sostenga l’idea del Partito popolare, di una democrazia sociale e di mercato e di una casa dei moderati. Al di fuori del Pdl non vedo come si possano veicolare questi riferimenti.