I marò finalmente sulla strada di casa

21 Dic 2012 0:03 - di Antonio Pannullo

«Se torneremo in India? Certo: noi abbiamo una parola sola ed è parola di italiani». Così Massimiliano La Torre ha risposto all’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa che, appena saputo la bella notizia, gli ha chiesto quali fossero le sue intenzioni finita la licenza accordata per Natale. «Io non sono una persona che si commuove facilmente, ma il colloquio avuto con i due marò mi ha commosso», ha detto poi La Russa, sottolineando la serenità e la forza d’animo dei due fucilieri di Marina. «È stato un colloquio breve – ha concluso l’ex ministro – ma mi riservo di parlare più approfonditamente con La Torre e Girone durante queste vacanze natalizie».
La notizia ha fatto il giro del mondo sin da ieri mattina: l’Alta Corte del Kerala ha disposto una licenza di due settimane per i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, a partire dal momento in cui lasceranno l’India. I due militari, trattenuti in India dal febbraio scorso, potranno passare così le festività natalizie in Italia. La Corte ha fissato il loro rientro in India per il prossimo 10 gennaio. Ed ha chiesto che venga versata una garanzia finanziaria di 60 milioni di rupie, pari a 826mila euro. La Corte ha anche chiesto alle autorità italiane che vengano forniti gli indirizzi, i numeri di telefono ed un resoconto dettagliato dei movimenti dei due marò alla polizia di Kochi. Tra le condizioni ci sono anche quella di una dichiarazione giurata dell’ambasciatore d’Italia in India e una del console generale di Mumbai, che devono essere presentate al Tribunale di Kollam. L’ambasciatore Giacomo Sanfelice, presente in aula, ha immediatamente informato della decisione il ministro degli Esteri Giulio Terzi. Fin da subito il team legale italiano si è messo al lavoro per accelerare le pratiche per il deposito della garanzia bancaria e l’espletamento delle altre condizioni necessarie per il rimpatrio temporaneo dei due militari. Dal momento che la sentenza dei giudici del Kerala è stata emessa nel pomeriggio (in India), potranno essere avviate solo stamattina le procedure burocratiche per la partenza di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Procedure che saranno svolte presso il Tribunale di Kollam dove sono anche depositati i passaporti dei due militari italiani, fanno sapere fonti della delegazione italiana che assicurano che «ce la metteremo tutta per anticipare» il più possibile la partenza dei marò per l’Italia. Latorre e Girone domani in giornata dovrebbero essere in patria.
«Grande contentezza»: è stata questa la prima reazione dei due marò, che aspettavano con ansia nel loro albergo a Kochi la decisione dell’Alta Corte. A qualche ora dalla decisione dell’Alta Corte, Latorre e Girone restano inavvicinabili, al punto che nell’hotel, dove si ritiene che risiedano in libertà dietro cauzione a Fort Kochi, il personale di servizio dice semplicemente che «non non sono più qui. Fonti della delegazione italiana hanno garbatamente respinto una richiesta di intervista, spiegando che «il momento è delicato».
C’è un intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ieri pomeriggio si è collegato in videoconferenza con i due marò: l’Italia conta che al rientro dall’India «secondo gli accordi, potranno finalmente succedere decisioni della Suprema Corte indiana perché rientrino finalmente in patria per essere sottoposti alla giustizia italiana». Napolitano ha espresso soddisfazione, ma ha richiamato tutti al rispetto degli accordi. Per il presidente della Repubblica «i momenti più dolorosi sono stati quando ho dovuto rendere omaggio ai nostri militari caduti» in missione, ha detto, con la voce rotta dalla commozione, nel suo collegamento con i marò in India.
Ma non tutti hanno espresso soddisfazione: due responsabili di associazioni di pescatori del Kerala indiano non hanno esitato a criticare infatti la decisione dell’Alta Corte di Kochi definendo la licenza natalizia «un imbroglio» e «una vergogna per l’India». «Come può il governo dell’India permettere una licenza temporanea a questi due militari italiani? In base a quali assicurazioni se ne andranno?», si è chiesto T. Peter, segretario del Forum nazionale della pesca con sede a Trivandrum. Tutti sanno – ha continuato – che «esiste un’istruttoria aperta in Italia contro di loro, così si dirà a un certo punto che la loro presenza è imprescindibile per portare avanti il processo. L’Italia può adottare questo stratagemma per evitare che essi siano processati qui.
Perché mai – ha concluso – l’India è così morbida con questi marò mentre tantissimi pescatori indiani per piccolissimi reati marciscono in carcere, senza che nessuno si preoccupi di farli rilasciare?». Da parte sua Charles George, responsabile del Comitato di coordinamento della pesca di Kochi, ha osservato che «permettere ai marò di trascorrere le festività natalizie a casa loro è diventata una questione di orgoglio per l’Italia, anche se è una vergogna per l’India. Chi ignora – ha concluso – che il governo centrale ha giocato le sue carte a favore degli italiani?».

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