Ahinoi, torna Dan Brown. E stavolta gioca con le terzine di Dante
Ritornano i polpettoni a sfondo simbolico firmati da Dan Brown, l’autore del popolare best seller “Il Codice da Vinci”. L’industria editoriale, dopo avere decretato che doveva andare di moda il genere porno soft stile “Cinquanta sfumature di grigio”, si prepara ora a piazzare ovunque il nuovo titolo dello scrittore americano che promette delizie ai lettori: “Vi porterò in un paesaggio di codici…”. Brown continua del resto a saccheggiare icone e simboli italiani. Il romanzo si chiamerà “Inferno” e non per evocare scenari horror ma per addentrarsi nel labirinto esoterico dell’Inferno dantesco. Dunque dopo Leonardo da Vinci, l’autore prova a stravolgere anche il celeberrimo autore della Commedia e il suo capolavoro utilizzando nel modo più disinvolto sincretismo e anticlericalismo. Svela l’editore: “In Inferno abbiamo raggiunto l’eccitazione di seguire Robert Langdon di nuovo nel cuore dell’Europa , dove viene invischiato in un mistero che ha ramificazioni globali, collegato ai dettagli infausti e davvero ipnotizzanti del capolavoro di Dante”. Effettivamente, l’opera di Dante si può leggere secondo la dottrina dei quattro sensi (letterale, allegorico, morale e anagogico) e giocare con i simboli sarà stata la scommessa di Dan Brown e del suo editore. Ma per inventarsi che cosa? Se nel primo romanzo di successo avanzava la tesi di un matrimonio tra Gesù e Maria Maddalena chissà dove lo potranno condurre le impervie terzine dantesche. Bisogna stare in guardia, avverte Vittorio Sermonti, affermato e illustre studioso del poeta fiorentino, ma una cosa è certa: “Dante è più studiato in America che in Italia”. Allo stesso tempo, aggiunge Sermonti: “Dante è visto come un tratto identitario fortissimo dell’Occidente intero. Non mi stupisce che ne sia attratto uno scrittore di grande successo”. Meglio non abbassare la guardia però perché, avverte l’illustre studioso, molti pensano di capirci qualcosa e invece sono solo attratti dagli “effetti speciali”.