Ascolti boom, Berlusconi straccia Bersani nella sfida tv
Berlusconi stravince in studio nel duello ravvicinato con Santoro e anche negli ascolti, nella sfida a distanza con Bersani. A seguire “Servizio pubblico” ieri sera sono stati 8.670.000 spettatori, un record assoluto per La7, pari al 33,58% di share. Molto meglio di quanto fece sulla stessa rete il tandem Fazio-Saviano. Ma anche molto, molto meglio di quanto, durante e dopo la trasmissione di Santoro, ha fatto registrare l’ospitata di Bersani da Vespa, che si è femato a 2 milioni 54mila spettatori e uno share del 16.23, con un gap di quasi sei milioni di spettatori a favore del Cavaliere. Un rapporto inversamente proporzionale a quello che oggi emerge dai sondaggi. che vedono in testa il Pd sul Pdl: un dato significativo, anche se è evidente che l’appeal della sfida tra titani sulla Sette era decisamente maggiore dell’intervista-camomilla di “Porta a Porta”. Il giudizio dei giornali sula sfida di ieri da Santoro è omogeneo, con l’unica eccezione del Fatto Quotidiano, unico quotidiano a dare la vittoria ai punti al conduttore. Da un’angolazione tutta sua il quotidiano si scatena su quelli che considera i punti deboli dei Cavaliere sui quali colpire ai fianchi, usando la metafora pugilistica: su Imu, Ruby e vicende processuali, il quotidiano diretto da Antonio Padellaro decreta il ko tecnico . Poi quasi infastidito dal clima non belligerante di gran parte della serata, si scatena sui soliti cliché satirici («accovacciato sulla poltrona», «appuntamento irrinunciabile al trucco», «sorriso marpione e gommoso», «ha lasciato la fidanzata napoletana, Francesca Pascale a presidiare Palazzo Grazioli, e si accompagna con Maria Rosaria Rossi, la badante»). Senza resistere alla tentazione di accreditare la tesi nobile di un Santoro protagonista della classica partita perfetta in stile Arrigo Sacchi: «Tanto possesso palla (interviene spesso), avversario in difesa ( per nulla nervoso all’inizio), ma non costretto nella propria metà campo». Persino il Corriere della Sera, notoriamente ostile al Cav non può che proporre una lettura equilibrata del duello tv: ognuno esce vincitore per il suo pubblico, è la sintesi finale di Aldo Cazzullo che sostiene: «Ancora dopo vent’anni entrambi hanno ancora bisogno l’uno dell’altro». Aldo Grasso nel suo editoriale punta più sulla critica televisiva e sottolinea i ritmi un po’ precotti della trasmissione, denunciandone la mancanza di sale politico: il Cavaliere in fondo «è stato «messo a confronto con le sue affermazioni puntuali, con le sue idee, con l’operato dei suoi governi, cercando di smentirne la retorica pezzo dopo pezzo». Insomma, non c’è stata alcuna smentita sui temi e contenuti berlusconiani, malgrado il ruolo da inquisitore ostentato come al solito «col ditino alzato» da Travaglio. Puro intrattenimento, rimarca il critico del Corriere. La Repubblica a sua volta non sapendo come delegittimare la performance di Berlusconi si rifugia in calcio d’angolo sottolineando l’intervento aggressivo di Travaglio. Decisamenti più illuminanti i commenti riportati dal quotidiano riperticati da Twitter, tra cui spicca quello di Paolo Gentiloni: «Purtroppo Berlusconi si sta facendo sdoganare da Berlusconi. Tristezza»: un autogol per il quotidiano di Ezio Mauro. Libero e Giornale <sottolineano l’affermazione di Berlusconi in un’arena che, a detta dei bookmakers, avrebbe indotto il Cav facilmente al ritiro prima della fine. Sul Tempo infine si legge: Berlusconi «non lascia anzi raddoppia da Santoro». «Il giornalista provoca, incalza tenta di metterlo in difficoltà. Il Cavaliere tiene testa e rilancia e alla fine ne esce vincitore». Mentre il titolo di prima addirittura sottolinea come Servizio pubblico si sia trasformato in «uno spot a Berlusconi».