«Con noi niente Imu, con Bersani la patrimoniale»
Il Cavaliere inizia a battere la “carica” molto presto, intervistato su Mattino Cinque sui temi a lui più cari in questa campagna elettorale. La battaglia si può vincere anzitutto combattendo l’astensione dal voto («serve più del 40%»). E soprattutto non cessa di porre all’attenzione un nodo cruciale per lui: «I moderati vadano tutti a votare e non votino i piccoli partiti, concentrando il voto sul Pdl». Dare il voto ai grandi partiti è secondo il leader del centrodestra fondamentale per evitare dispersione e ingovernabilità. Poi casa, Imu, riforme, architettura dello Stato passano al vaglio delle domande. In caso di vittoria, è la promessa, nel primo Cdm verrà riconsiderata la tassazione sugli immobili perché «ci sono due cose sacre: la casa e la pubblicità», scherza con il conduttore poco prima dell’interruzione per gli spot. Un avvertimento agli elettori orientati sullo scacchiere opposto: «La sinistra vuole colpire la famiglie e i benestanti: non solo dichiara che manterrà l’Imu ma dice di voler aggiungere la patrimoniale» Morale: la sinistra – dice il Cavaliere – invidia chi con il lavoro ha raggiunto una posizione benestante». Incalzato sul tema delle riforme, Berlusconi ribadisce che l’Italia ha bisogno di una riforma dell’architettura dello Stato. Per questo è opportuno «dare a un solo partito la maggioranza, modificare la Costituzione e attribuire al premier quei poteri che hanno in tutte le altre democrazie», nonché cambiare le procedure per l’approvazione delle leggi, afferma guardando con ottimismo alla “rimonta” di cui si sta rendendo protagonista il centrodestra: «In questi 18 giorni, da quando sono apparso di nuovo in tv per la prima volta, abbiamo guadagnato quasi dieci punti». E non si tratta, spiega il Cavaliere, «di elettori nuovi, ma di persone che avevano votato per noi nel 2008 ma poi si erano disgustati per gli scandali e le ruberie e si erano messi dentrol’area del non voto». Quanto all’ultimo risultato positivo incassato conclude: «L’alleanza con la Lega ha dato buoni frutti nell’arco di quindici anni. Sarebbe stato un non senso non continuare su questa linea».