E la Camusso chiamò Bersani: pa, pa… patrimoniale
Politica - di Redazione - 25 Gennaio 2013 - AGGIORNATO 25 Gennaio 2013 alle 12:23
Susanna Camusso, alla convention sul lavoro, si toglie subito il pensiero. E pronuncia la parolina magica che tanto spaventa l’Europa, i mercati, la borghesia e forse perfino gli elettori del Pd: patrimoniale. «La prima grande necessità si chiama equità fiscale, una seria progressività della tassazione e una tassa sulle grandi ricchezze, sui patrimoni e sulle rendite finanziarie mobiliari e immobiliari», spiega il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, aprendo la Conferenza di programma e parlando del Piano del lavoro, un libro dei sogni fatto di tasse e promesse di lavoro. «Parlare del lavoro è parlare del pane. Il lavoro è l’unica vera condizione per creare ricchezza nel nostro Paese e nel mondo», sottolinea ancora la Camusso, come un mantra, senza fare alcuna autocritica sul ruolo svolto dal sindacato, in questi anni, sul fronte della crisi e dell’incremento della disoccupazione. Il nuovo Piano del lavoro, a distanza di 64 anni da quello firmato nel 1949 da Giuseppe Di Vittorio, pone al centro i giovani. E la creazione di posti di lavoro. A questo obiettivo possono essere destinati 50-60 miliardi di euro nel triennio, dice la Cgil, senza indicare nè la fonte di quei soldi, nè il tipo di lavoro da creare. Più tardi, su tasse e promesse, ma soprattutto sulle riforme, come quella della Fornero, sarà chiamato a pronunciarsi Bersani. E ne sentiremo delle belle.
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