I cubani potranno viaggiare: ma con quali soldi?
Dalla mezzanotte i cubani hanno diritto di viaggiare all’estero, grazie alla riforma della legge sull’immigrazione varata dal presidente Raul Castro ed entrata in vigore oggi. La riforma autorizza i cubani sopra i 18 anni a recarsi all’estero, purché forniti di un passaporto in regola. La legge dovrebbe favorire soprattutto i circa 2 milioni di cubani che vivono all’estero (l’80% negli Usa) e gli sportivi e i professionisti fuggiti dal Paese nel corso di viaggi oltreconfine. Fino ad oggi, i cubani che volevano uscire dall’isola dovevano chiedere al governo una autorizzazione e presentare una lettera di invito dall’estero. I cittadini potevano restare fuori da Cuba non più di 11 mesi, altrimenti venivano dichiarati espatriati definitivi, senza possibilità di ritorno, e si vedevano confiscare i beni. In realtà si tratta più di un’operazione di facciata che di una vera e propria riforma. Infatti, quanti saranno i cubani in grado di viaggiare? Gli abitanti dell’isola non famosi per la loro opulenza. Decenni e decenni di comunismo hanno ridotto alla povertà praticamente tutta la popolazione. Dove li trovano allora i soldi per «viaggiare»? Questo è in realtà il capolavoro di Raul Castro, che se non è un leader è però un grande organizzatore, desideroso di passare alla storia come quello che fece le riforme a Cuba. E a dire la verità qualche riforma l’ha avviata: come quella relativa allo svecchiamento della classe dirigente, senza contare dell’amnistia del Natale scorso. E adesso la libertà di uscire dalla nazione. Facendo qualche considerazione elementare, una casa all’Avana si puà vendere mediamente per ventimila dollari. Anche ammettendo che che ci sia chi decida di bruciarsi i ponti alle spalle ed emigrare, quanto basteranno a una famiglia quei ventimila dollari in un Paese ricco, come gli Stati Uniti? Sì, perché non pensiamo che i cubani vogliano espatriare per andare nel Terzo Mondo. È vero, molto hanno parenti negli Usa, e in particolare in Florida, ma con la crisi che c’è persino laggiù, che speranze hanno di fare una vita diversa da quella che hanno condotto sinora a Cuba? Una delle poche persone contente è la dissidente forse più famosa dell’isola, Yoani Sanchez, che cinguetta: «Ancora non ci credo. Appena avrò il passaporto potrò viaggiare», dice in un dei tweet che la nota blogger ha scritto in queste ore, poco dopo l’entrata in vigore a Cuba della riforma migratoria. «Ho avviato le pratiche per il nuovo passaporto. Dovrò aspettare 15 giorni per averlo, ma mi hanno già detto di sì», sottolinea Yoani in un altro mini-testo, precisando di aver fatto la fila per avere il documento presso l’ufficio del Municipio Plaza del Dipartimento dell’immigrazione e stranieri dell’Avana. «Se qui è così, credo ci siano migliaia di persone in tutto il Paese». Pronta la risposta di Yohandry Fontana, un altro blogger, vicino invece al governo: «Yoani Sanchez ha criticato le misure di Castro sulla riforma migratoria e ora ne approfitta e si prepara a viaggiare». Il dibattito su tweetter si infuoca. In tanti si domandano come farà a vivere ora che se ne andrà da Cuba, difendendo posizioni analoghe a quelle del governo cubano, secondo cui la famosa dissidente è finanziata da Washington. «Mi domando se porterà i suoi conti bancari fuori da Cuba», accusa un altro, mentre un suo detrattore pensa che «se ne va all’estero con i soldi dei premi», ricordando i numerosi riconoscimenti ottenuti dalla blogger. Insomma, i viaggi saranno un lusso per pochi…