Il centrodestra ce la può fare. Bersani e Monti sudano freddo

13 Gen 2013 14:34 - di Girolamo Fragalà

Che la rimonta fosse già iniziata ne erano tutti consapevoli. Non a caso il Pd – dopo aver invaso le tv e i giornali con la storia delle primarie, monopolizzando l’informazione per settimane – ha gridato allo scandalo non appena Berlusconi ha messo piede in un salotto televisivo. Non a caso Monti ha continuato a saltare da un riflettore all’altro (tanto da essre “richiamato” per le eccessive presenze sul piccolo schermo, trattato come se fosse una sua proprietà privata). E non a caso sono stati bersagliati tutti i conduttori che hanno intervistato il Cavaliere, da Barbara D’Urso a Santoro tutti “asserviti” al nemico. L’inferno si è scatenato per i numeri. Sì, perché il centrosinistra non si sente più al sicuro (specie dopo la puntata di Servizio pubblico), al Senato la partita è tutta da giocare e alla Camera chi pensava di avere la vittoria in tasta inizia ad avere dubbi. La Lombardia è una regione-chiave per Palazzo Madama, determinando 49 seggi e – secondo quanto scrive Renato Manhnheimer, in base alle sue rilevazioni – in vantaggio c’è il centrodestra.  La distanza risulta adesso attorno al 3,5 per cento nel sondaggio Ispo-Corriere della Sera . Il centrodestra otterrebbe 27 seggi (comprensivi del premio di maggioranza), mentre il centrosinistra 12 seggi, la Lista Monti solo 6 seggi e i grillini 4. Anche per il Consiglio regionale lombardo – scrive ancora Manhnheimer – il candidato del centrodestra, Maroni, otterrebbe la maggioranza dei consensi (pari a quasi il 41%), mentre Ambrosoli il 38 e Albertini il 10-11 per cento. La paura di essere acciuffati a pochi chilometri dal traguardo, dunque, sta creando tensione nel Pd ed è il principale motivo che ha indotto Bersani a cambiare strategia, avvelenando il confronto con i vecchi toni dell’antiberlusconismo. In più, lo schieramento di centrodestra ha trovato la quadra anche nelle alleanze. E’ composto da otto partiti: il Pdl, la Lega Nord, il Grande sud insieme a Mpa, i Pensionati, Intesa popolare, Moderati italiani rivoluzionari, La Destra di Storace e Fratelli d’Italia di Guido Crosetto, Ignazio La Russa, Giorgia Meloni. Le partite sono appena cominciate, il primo gol è stato segnato da Berlusconi in trasferta da Santoro, Bersani è arroccato nella sua area a difesa del vantaggio acquisito nel girone d’andata, Monti arranca con una squadra composta da panchinari. E c’era chi, qualche settimana fa, sosteneva che ormai era tutto deciso.

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