Il “king maker” di Rutelli e Veltroni vede nero per il Pd
Le liste elettorali del Pd? Perdenti. Una sonora bocciatura che porta la firma di Goffredo Bettini. A Roma il suo nome è associato alle vittorie di Francesco Rutelli nel 1993 e nel 1997, di Veltroni nel 2001 per la poltrona di sindaco e a quella di Piero Marrazzo nel 2005 per la Regione Lazio. Sulla sito RomaItaliaLab Goffredo mena fendenti contro i bersaniani: «Non si sfugge all’impressione che le primarie, fatte in tempi troppo brevi, abbiano premiato i candidati già elettoralmente organizzati, i dirigenti interni a scapito di un voto di opinione che pure qua e là si è manifestato. Come nel caso, a Roma, di Fassina, che a conti fatti non aveva alcun bisogno di quel sostegno suppletivo garantitogli dal gruppo dirigente. Questa impressione si ha anche nella definitiva delegazione del Lazio: tra tanti buoni candidati, stonano vecchie conferme (abbiamo rinunciato a campioni come D’Alema e Veltroni per reinserire presenze logorate, assai meno essenziali e autorevoli), l’aggrumarsi di troppi esponenti con incarichi esecutivi di partito, l’indicazione ancora una volta dall’alto di alcune figure di staff, ed è generoso definirle così». A colpire Bettini, poi, «una certa resistenza verso la candidatura di Ignazio Marino nel Lazio». Secondo l’ex senatore inoltre «Marino è un candidato degnissimo per il Campidoglio» ma «il tema è prematuro. Mi colpisce – conclude – l’assenza nelle liste di tutte le pochissime personalità esterne e di valore nazionale che mi ero permesso di segnalare. Mi restano oscure le ragioni di queste esclusioni, se non per il fatto che essendo io oggi senza ruoli istituzionali e di potere ben pochi mi prendono in considerazione. Amo la politica ma non tanto da sopportare la superfetazione di cordate o di correnti. Dunque: organizzarmi o eclissarmi del tutto? Tertium non datur. Vedremo».