La Bignardi teme l’invasione barbarica di Berlusconi e non lo invita….
Indovinate un po’ con quale partito la trasmissione Le invasioni barbariche inaugurerà la nuova serie? Ma con il Pd, è ovvio, perché a forza di dire che le televisioni creano opinione hanno cominciato a crederci pure loro. “Loro” sono quelli che appartengono al vastissimo fronte televisivo che osteggia e ha osteggiato Silvio Berlusconi in tutti i modi. Con una formula rinnovata, quattro interviste e zero talk show, torna su La7 in prima serata la trasmissione di Daria Bignardi, con Geppi Cucciari ospite fisso. Come accennavamo, a sedersi per primo davanti alla giornalista sarà il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, assente dalla tv dal 2 dicembre, il giorno delle primarie perdute. Cominciare con Bersani sarebbe stato troppo palese… «Ricominciamo da lui, considerato il politico dell’anno. Gli sconfitti, spesso, sono più interessati da raccontare dei vincitori. E le cose di cui parlare sono tante: da come ha vissuto la sconfitta alla campagna elettorale», ha detto la conduttrice. Per la verità, le reazioni di Renzi alla sconfitta ci sono state propinate per giorni e sulla campagna elettorale possiamo anticipare a Daria BIgnardi che Matteo aiuterà con tutte le sue forze Bersani e il Pd… Poi, con le elezioni alle porte, la Bignardi assicura che sarà rispettata la par condicio e nelle altre tre puntate prima del voto ha intenzione di invitare esponenti dei maggiori schieramenti politici, ma – come da tradizione della trasmissione – andando a cercare le storie più interessanti. «Berlusconi non lo invito, temo che accetti – dice fra il serio e l’ironico la Bignardi – non perché non mi interessi, la sua è una storia eccezionale, ma non in campagna elettorale. In questo momento non mi pare si possa tirar fuori qualcosa di interessante che non abbia già detto. Non sarebbe un’intervista, né una storia, solo uno show. Magari sarà interessante ospitarlo tra due mesi». Evidentemente la Bignardi ha visto il suo collega Santoro alle prese con Berlusconi e ha deciso di rinunciare, per non prenderle di santa ragione. In campagna elettorale i conduttori schierati stanno cercando di dribblare il Cav, convinti che in tv riesca a recuperare ancora terreno. Quel che gli altri leader non sanno fare. È la nuova logica della par condicio.