Si chiudono le liste, non si chiude la storia

19 Gen 2013 20:37 - di Marcello De Angelis

Una legge elettorale curiosa quella attuale, che non lascia a nessuno colpe o meriti. Se sei candidato non è detto che te lo sei guadagnato, se non lo sei non significa che non te lo meritavi. Triste. Sono personalmente in attesa, ma non nel corridoio di Palazzo Grazioli come, a dare credito alle agenzie, decine e centinaia di persone. Con tutto il rispetto per i vertici del mio partito, non avrei fatto anticamera nemmeno dinanzi all’ufficio del Duce. Esisteva una storia, abbastanza gloriosa, fatta di sacrifici e – purtroppo – di sangue. Una storia di perseguitati. Come tanti appassionati di romanzi, appartengo a quelli che si innamorano della cause dei vinti. Una volta eravamo esclusi, perseguitati e marginalizzati. Poi, alcuni di noi, sono arrivati ai vertici. Oggi, così sembra, siamo tornati a essere degli esclusi. Fini e i suoi hanno fatto di tutto per compiacere alcuni settori di potere nazionale e internazionale, ma al momento di fare le liste, chi aveva la stimmate di un passato non già missino ma – come nel caso di Alfredo Mantovano – anche solo di passaggio in An, è stato considerato “infetto”. I montiani non vogliono sporcarsi con ex-fascisti e nemmeno, pare, alcuni bambini-sperduti-dell’isola-che-non-c’è Radicale che, seppur anche loro schifati da tutti, non ci stanno ad essere messi nella stessa sporta di Storace, che gli apre le porte di una coalizione elettorale. Inutile dire che i fascisti di Forza Nuova o della Fiamma Tricolore non li vuole nessuno, ma nemmeno gli ultracomunicativi di CasaPound che per un istante avevano ottenuto l’apertura di Grillo. Ma nemmeno Pannella e Grillo possono permettersi di ignorare il fondamentalismo antifascista. In Italia c’è una sola trasgressione inammissibile: si può essere pedofili, drogati, assassini, torturatori e ladri, ma non sospetti di Fascismo. E pare che il difetto d’origine pesi in qualsiasi ambito. Il giornalista Mensurati non potrebbe – secondo la Cassazione – fare il conduttore di un programma Rai, perché ha ammesso di essere stato simpatizzante del Fdg. De Turris non deve lavorare perché faceva parte della Fondazione Evola e decine di bravi parlamentari, onesti e competenti, non saranno inclusi in nessuna lista perché “ex-An”. Certo, se uno perde la guerra non è mai colpa del nemico, che non fa altro che il suo dovere, ma di chi ha indebolito il fronte, fatto le scelte sbagliate o addirittura aperto le porte della cittadella alle truppe avversarie. Noi c’eravamo. Molti hanno dato la vita perché questo “noi” sopravvivesse. Siamo usciti dal ghetto. Siamo persino arrivati a palazzo. E ora sembra che siamo di nuovo destinati alle fogne. Non è colpa “loro”. Mi sento di dire che è solo colpa “nostra”. Chi divide la famiglia uccide la famiglia. Siamo sopravvissuti alle pistole e ai processi infami. Sopravviveremo all’amnesia di tanti riguardo al come e perché siamo finiti in questa trincea?

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