Si faccia chiarezza sull’intreccio derivati Monti-Morgan Stanley
Ok. Uno non ha ragione perché dice la cosa giusta. Uno ha ragione perché la dice al momento giusto o perché se la dice lui suona meglio. Quindi, quando già nel novembre del 2011 abbiamo detto che chi credeva che l’origine della crisi erano le politiche di Berlusconi era un idiota, potevamo essere considerati inaffidabili perché di parte. E quando sostenevamo che l’origine della crisi erano le banche e le agenzie di rating che avevano letteralmente frodato investitori pubblici e privati impestando il mercato di titoli fasulli e consigliandone l’acquisto, potevamo essere liquidati come i soliti fascisti di sinistra stile Accame, che considerano gli speculatori finanziari come il Male assoluto. Quindi, quando in assoluta solitudine, già dal primo giorno e addirittura in controtendenza e in dissenso col partito nel quale ci riconoscevamo, indicammo il governo Monti come il tentativo criminale delle banche non solo di commissariare l’Italia, ma anche di mettere le mani nei cassetti per far sparire le tracce delle loro malefatte, non c”è da sorprendersi se venimmo considerati esagerati e stonati anche dai capataz del Pdl, compresi quelli che da qualche mese si fregiano del titolo di “antimontiani antemarcia”. Tant’è: oggi tutti parlano dell’impiccio dei derivati del Monte Paschi e delle coperture avute da Bankitalia, dove c’era l’attuale persidente della Bce Draghi e la signora tarantola che Monti ha messo a governare la Rai e tutti si sono allineati alla tesi – ormai quasi lapalissiana – che vede Berlusconi vittima della crisi provocata dalle banche e riversata sull’Italia dagli speculatori approfittando della debolezza politica strutturale della nostra Nazione, piuttosto che colpevole. Infine tutti denunciano la naturale alleanza tra poteri bancari e italo-comunisti di cui Mps è simbolo e casa comune. Purtroppo io non sarò nel prossimo Parlamento a continuare a sostenere queste che solo un anno fa erano teorie strampalate di un giornalista dal discutibile passato. E me ne dispaccio in particolare perché nessuno ha ancora risposto all’interrogazione che presentai su una strana operazione fatta da Monti, appena insediato, per la risoluzione di un contratto da 2 miliardi e mezzo tra lo Stato italiano e la Banca Morgan Stanley e che riguardava non meglio precisati derivati. I soldi vennero restituiti alla Banca dal Tesoro e il buco coperto da una garanzia di banche italiane. L’affare venne denunciato il 3 febbraio 2012 da Orazio Carabini su l’Espresso-online, che poi abbandonò la pista preferendo tornare a occuparsi delle ben più eversive cene di Arcore. Qualcuno ricordò – en passant – che sia il figlio di Draghi che quello di Monti sono vicepresidenti di quella banca. Spero che uno qualunque dei parlamentari che prenderà il mio posto abbia la cortesia di sollecitare una risposta a quella interrogazione…