«Solidarietà a Mensurati, “colpevole” di essere di destra»
«Suscita sconcerto, preoccupazione e molta tristezza la sentenza con cui è stato assolto dalla Cassazione il blogger che nel suo sito aveva definito il vicedirettore del Giornale radio Rai, Stefano Mensurati, ex picchiatore fascista». A dichiararlo, i consiglieri Fnsi, Paolo Corsini, Massimo Calenda, Marco Ferrazzoli e Pierangelo Maurizio aderenti alla componente L’Alternativa, che esprimono tutta la loro solidarietà al collega. «Secondo la Suprema Corte, poiché Mensurati ha ammesso di essere stato un simpatizzante del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile dell’Msi) e di aver partecipato a scontri, anche se più che darle le ho prese, la sintesi del blogger è corretta e non querelabile. A questo punto – si augurano i 4 consiglieri Fnsi – speriamo in un tempestivo intervento dei vertici della Federazione della Stampa italiana su questo episodio. Alcuni passaggi della sentenza 745 assumono infatti i contorni di una vera e propria discriminazione ideologica, secondo cui sembrerebbe che per chi ha militato a destra non sia opportuno svolgere attività giornalistica in Rai poiché tale appartenenza a una «ben precisa posizione politica non corrisponde a quella della maggioranza degli italiani e ai principi costituzionali in cui essi incondizionatamente credono». Un assurdo in quanto, ricordano Corsini, Calenda, Ferrazzoli e Maurizio, «l’appartenza politica dei giornalisti non può in alcun modo essere considerata un fattore discriminatorio né ledere la loro autonomia e libertà, proprio secondo i principi costituzionali che questa sconcertante sentenza richiama. Siamo inoltre – concludono i quattro – in trepidante attesa dei consueti rumorosi interventi da parte dei vari soloni della Costituzione, a partire dall’Articolo 21 e dintorni».
Una sentenza che desta «stupore e preoccupazione» anche per Roberta Angelilli. «Un precedente abbastanza grave, che legittima di fatto qualsiasi forma di insulto o accusa nei confronti di tutte quelle persone, me compresa, che hanno fatto parte del Fronte della Gioventù». La vicepresidente del Parlamento europeo annuncia quindi «un’interrogazione a Bruxelles per verificare se sia stato violato il principio di non discriminazione contenuto nell’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sulle convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura».