A Napoli bagno di folla per Berlusconi, anche se solo in “videomessaggio”
Con l’Inno d’Italia ha preso il via la convention del Pdl a Napoli: ultimo appuntamento della campagna elettorale che doveva vedere la presenza di Silvio Berlusconi, assente per motivi di salute. Sul palco il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e il coordinatore regionale, Francesco Nitto Palma . A inaugurare la manifestazione al padiglione 5 della mostra d’Oltre Mare Alfano. «Ho avuto modo di parlare con chi i sondaggi non li ha mai sbagliati e posso dirvi che in Campania siamo in testa». Per il segretario del Pdl, «siamo a poche ore da un successo clamoroso, storico. Tanto clamoroso e inatteso. La sinistra ci dava per morti. È scesa in battaglia e ci ha trovato vivi, combattenti e lunedì anche vincenti».
In un videomessaggio alla platea, Berlusconi ha ripercorso gli ultimi passi della legislatura: «Abbiamo sostenuto e votato diverse volte la fiducia al governo Monti perché non potevamo far stare l’Italia senza un governo e decapitare l’Italia». Per ogni avversario il Cavaliere ha trovato un’ottima ragione per non votarlo: «Voglio parlarvi di Bersani e Vendola. Il Pd è il più crudele e disumano della storia, hanno invidia per chi con sacrificio e rischio di impresa si dà una situazione di benessere». Poi su Beppe Grillo: «Se avete testa sulle spalle non si può dare voto a Movimento 5 stelle. C’é pastetta completa tra sinistra e sinistra estrema composta da Grillo che sicuramente sarà con i Bersani e i Vendola». Grillo è un «istrione straordinario che ha fatto l’attore per tutta la sua vita» e «non manderà a casa nessun politico nche il risultato sarà quello di issare Bersani e Vendola a Palazzo Chigi». Ancora più aspro il giudizio sui centristi: «Monti è un professore che ha guardato l’economia da lontano, dal buco della serratura della sua aula di insegnamento». L’ultima stoccata è quella più sarcastica: «Monti dice di essere sceso in politica per le sue capacità innovative. Bene, si è messo a fianco a due famosi innovatori… Fini e Casini». La conclusione è inevitabile: «Non credo davvero che un moderato possa tradire se stesso, possa tradire i propri legittimi interessi, votando per Monti».