CasaPound: cade l’accusa di banda armata, domiciliari a Savuto

7 Feb 2013 19:53 - di Valerio Pugi

Giuseppe Savuto, il candidato di CasaPound Italia alla Camera in Campania arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla destra radicale napoletana, è tornato a casa. Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame, che gli ha concesso gli arresti domiciliari. Savuto ha lasciato mercoledì notte, intorno alle 23, il carcere di Secondigliano, dove era recluso dal 24 gennaio scorso. «Cancellando l’associazione sovversiva e la banda armata, il Riesame mette una pietra tombale sull’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli»: così CasaPound ha commentato la decisione dei giudici del Riesame che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in relazione a queste due ipotesi di reato, disponendo invece i domiciliari per le altre contestazioni. «Dopo che già il Gip aveva ritenuto inesistente l’ipotesi di terrorismo, pure formulata dai pm napoletani – ha proseguito la nota di Cpi – ora il Riesame riconosce la validità su tutta la linea delle nostre argomentazioni e la totale inconsistenza e la palese assurdità della ricostruzione proposta dalla Procura, in cui si paventa l’esistenza di un’associazione che mirerebbe a sovvertire l’ordinamento dello Stato pur candidandosi alle elezioni e di una banda armata che agirebbe senza armi. Accogliamo con gioia la notizia della scarcerazione di Savuto – continua Cpi – e auspichiamo che presto a lui come a Emmanuela Florino e ad Andrea Coppola possa essere restituita la piena libertà, vista la totale inconsistenza delle accuse che li riguardano. Come abbiamo sottolineato durante la presentazione a Napoli del controdossier sull’indagine a orologeria che ha portato ai provvedimenti nei confronti dei tre esponenti del nostro movimento, la stessa candidatura di Savuto e Florino alle politiche dimostra che non esiste associazione sovversiva. E, se da un lato appare difficile immaginare un’associazione che miri a sovvertire l’ordinamento pur accettandone le regole fondamentali, dall’altro è anche evidente che episodi come uno scontro con esponenti di fazioni rivali o una manifestazione non autorizzata non possano essere considerati in nessun modo un pericolo per l’ordinamento dello Stato, così come è palese l’assurdità di una banda armata munita soltanto occasionalmente di bastoni, caschi e petardi di modesta potenza».

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