Fitto: «Ma quale tangente del c…, non ho preso neanche un euro»
Non ci sta alle accuse. Dopo la sentenza di condanna piombata come un macigno in piena campagna elettorale, Raffaele Fitto ha convocato immediatamente una conferenza stampa: «Leggo che io avrei preso una tangente. Una tangente del c…, io non ho preso nessuna tangente». L’ex ministro è fuori di sé e illustrando l’intera vicenda ha messo subito in chiaro la sua posizione: «La gara in questione è regolare, perché la pubblica accusa ha archiviato le accuse nei confronti dei componenti della commissione. La gara è stata fatta da un dirigente con una determina dirigenziale. L’ha fatta nominando i componenti della commissione ed è stato assolto in via definitiva con sentenza passata in giudicato. Io sono stato imputato anche per il reato di falso collegato a questa corruzione, e sono stato assolto». Ora, ha poi aggiunto, «a fronte di una gara regolare sono state assegnate undici rsa al gruppo Angelucci, due delle quali sono state attivate con la forma del contratto dalla mia giunta, e nove attivate e inaugurate dalla giunta e dal presidente Vendola. In questa situazione vi è stato un finanziamento, non una tangente. Io – ha ribadito– non ho mai preso in euro. Io ho avuto come partito politico un contributo regolare, fatto con bonifico bancario. A chiunque si permette di dire che ho preso una tangente, gli faccio un servizio così». E ha puntato il dito contro i giudici: «La magistratura barese è entrata a piedi uniti in campagna elettorale. Perché la sentenza non è stata emessa il 28 di febbraio?». E si è chiesto, come mai «i giudici che indagano sul sottoscritto sono stati tutti promossi e quelli che hanno avuto la sventura di indagare su Vendola sono stati tutti trasferiti o sono in via di trasferimento o isolamento all’interno della procura? Io – ha concluso – non capisco questo accanimento». Una sentenza “politica” che fa discutere il Pdl. «In piena campagna elettorale – ha detto Silvio Berlusconi – arriva una condanna senza fondamento e lo posso dire perché ho letto tutte le carte». Critico anche Angelino Alfano, «la magistratura entra nella politica e lo conferma la condanna di Fitto a dieci giorni dal voto, quando c’è stato un chiaro richiamo del Csm a non incrociare la giustizia e la politica». Mentre per Maurizio Gasparri «è scattata una giustizia ad orologeria. Forse per coprire la vicenda del Monte dei Paschi?».