Giorgia Meloni risponde alle critiche e spiega la frase sulla “vergogna” provata nel Pdl
Imprudente? Per lei la schiettezza «è la migliore forma di lealtà». Le parole di Giorgia Meloni sulla vergogna provata verso il Pdl continuano a tenere banco. Ai “complimenti” dell’ombroso Filippo Facci dalle colonne di Libero è seguita la reprimenda di Mattias Maniero: «Cresci Giorgia», ha consigliato alla fondatrice di Fratelli d’Italia. Lei torna sull’argomento e spiega di aver militato «con orgoglio» nel Pdl. «Eppure ciò non mi ha mai impedito di invocare, invano, l’introduzione di regole anti-ladroni nell’ordinamento né mi ha mai impedito di denunciare la chiusura del Pdl rispetto al rinnovamento della classe dirigente o alla promozione del merito». Dice di conservare «gelosamente nel cuore il ricordo di una grande assemblea di iscritti e militanti in cui veniva fondato il partito del centrodestra italiano. Identità nazionale, libertà economica, riformismo civile e solidarietà sociale» e insieme di essersi vergognata dell’assenza di sviluppo del Pdl «come forza politica moderna, radicata sul territorio intorno a un progetto di idee piuttosto che al consenso di un leader. Da questo errore drammatico discendono le Minetti e i Fiorito, i Dell’Utri e i Cosentino, la deriva oligarchica, ma anche la nascita del governo Monti, la sua caduta e addirittura la richiesta al premier di guidare il centrodestra».
Per non parlare della «barzelletta delle primarie annunciate, convocate, fatte firmare a centinaia di migliaia di persone e poi sconvocate via sms». A nove giorni dal voto l’ex ministro della Gioventù, però, non nega l’eccezionale rimonta di Berlusconi che «dimostra di sapersi battere ancora». Alleata ma distinta dal partito di Alfano, insieme a Guido Crosetto, chiede un voto «tre volte utile»: per battere la sinistra di Bersani e Vendola; per opporsi al tentativo di varare un altro governo guidato da Monti; per rifondare l’Italia e rinnovare il centrodestra. Altro che fuoco amico, siamo una risorsa. Così pure Angelino Alfano è “costretto” a guardare con apprezzamento ai “cugini” che hanno lasciato Via dell’Umiltà. Da Piacenza fa sapere che la sede provinciale del Pdl è anche quella di Fratelli d’Italia, «la nostra è un’alleanza solida, fondata anche sull’amicizia, non ci sono contrasti. Questo – aggiunge – non significa che non siamo ormai due partiti differenti, ma nell’amicizia e nella funzionalità di un rapporto». Se i sondaggi restano bassi e i media sono troppo distratti, il tour on the road per l’Italia – dicono dal comitato elettorale – va a gonfie vele e la rete «è inondata dalle nostre iniziative».