Giorgia Meloni risponde alle critiche e spiega la frase sulla “vergogna” provata nel Pdl

15 Feb 2013 10:58 - di Redazione

Imprudente? Per lei la schiettezza «è la migliore forma di lealtà». Le parole di Giorgia Meloni sulla vergogna provata verso il Pdl continuano a tenere banco. Ai “complimenti” dell’ombroso Filippo Facci dalle colonne di Libero è seguita la reprimenda di Mattias Maniero: «Cresci Giorgia», ha consigliato alla fondatrice di Fratelli d’Italia. Lei torna sull’argomento e spiega di aver militato «con orgoglio» nel Pdl. «Eppure ciò non mi ha mai impedito di invocare, invano, l’introduzione di regole anti-ladroni nell’ordinamento né mi ha mai impedito di denunciare la chiusura del Pdl rispetto al rinnovamento della classe dirigente o alla promozione del merito». Dice di conservare «gelosamente nel cuore il ricordo di una grande assemblea di iscritti e militanti in cui veniva fondato il partito del centrodestra italiano. Identità nazionale, libertà economica, riformismo civile e solidarietà sociale» e insieme di essersi vergognata dell’assenza di sviluppo del Pdl «come forza politica moderna, radicata sul territorio intorno a un progetto di idee piuttosto che al consenso di un leader. Da questo errore drammatico discendono le Minetti e i Fiorito, i Dell’Utri e i Cosentino, la deriva oligarchica, ma anche la nascita del governo Monti, la sua caduta e addirittura la richiesta al premier di guidare il centrodestra».

Per non parlare della «barzelletta delle primarie annunciate, convocate, fatte firmare a centinaia di migliaia di persone e poi sconvocate via sms». A nove giorni dal voto l’ex ministro della Gioventù, però, non nega l’eccezionale rimonta di Berlusconi che «dimostra di sapersi battere ancora». Alleata ma distinta dal partito di Alfano, insieme a Guido Crosetto, chiede un voto «tre volte utile»: per battere la sinistra di Bersani e Vendola; per opporsi al tentativo di varare un altro governo guidato da Monti; per rifondare l’Italia e rinnovare il centrodestra. Altro che fuoco amico, siamo una risorsa. Così pure  Angelino Alfano è “costretto” a guardare con apprezzamento ai “cugini” che hanno lasciato Via dell’Umiltà. Da Piacenza fa sapere che la sede provinciale del Pdl è anche quella di Fratelli d’Italia, «la nostra è un’alleanza solida, fondata anche sull’amicizia, non ci sono contrasti. Questo – aggiunge – non significa che non siamo ormai due partiti differenti, ma nell’amicizia e nella funzionalità di un rapporto». Se i sondaggi restano bassi e i media sono troppo distratti,  il tour on the road per l’Italia – dicono dal comitato elettorale – va a gonfie vele e la rete «è inondata dalle nostre iniziative».

 

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