Grillo “occupa” piazza San Giovanni. Ma sul palco Celentano non c’è
Può negare fin quando vuole, ma basta dare un’occhiata al palco di piazza San Giovanni a Roma per capirlo: a condurre il gioco dei grillini sono i militanti della sinistra. Non la sinistra alla Bersani, ma quella dei centri sociali, per intenderci, quella dei No-Tav, degli arrabbiati, alcune fette del popolo viola e magari qualche girotondino pentito di aver seguito Moretti. Che, nel frattempo, è salito sul palco di Bersani per dargli una mano nel rush finale. Tolti gli insulti (soliti), tolta l’antipolitica (solita) che si trasforma in casta nascosta dai vestiti delle verginelle, l’unica notizia è che Celentano non c’è. Tanto rumore per nulla. La sua presenza, data per certa fino a qualche ora prima dell’inizio del comizio per la chiusura dello Tsunami tour, è saltata ufficialmente intorno alle 19 con un annuncio dal palco con cui venivano informate le decine di migliaia di persone già presenti sulla piazza che non ci sarebbero stati personaggi famosi e gruppi musicali e tutto si sarebbe svolto «all’insegna dei contenuti». Parole chiare per dire che non sarebbe arrivato né il molleggiato, né Dario Fo. I militanti del Movimento 5 stelle hanno occupato tutto lo spazio tra la Basilica e la statua di San Francesco, ovvero gran parte dell’ampia piazza, e hanno atteso che Grillo prendesse il microfono alle ore 21. Decine di migliaia di persone (tra 50 e 80mila secondo le stime), convenute a Roma (erano attesi 100 pullman) nella storica piazza dei sindacati e della sinistra, per ascoltare Grillo che anche in questa occasione si è attirato addosso le polemiche della grande stampa. I giornalisti italiani, infatti, al loro arrivo, si sono visti negare l’accesso al backstage, cui erano ammessi soltanto i media stranieri e Sky Tg24. Una decisione che gli è costata il biasimo e gli attacchi, oltre che dei giornalisti italiani anche di quelli esteri. «Ci dispiace che il Movimento 5 stelle – ha detto Tobias Piller, presidente dell’Associazione stampa estera – non abbia rispetto per la libertà di stampa». E Fnsi e Ordine dei giornalisti hanno parlato di «personaggio che si propone leader nell’irresponsabilità più toale». Poi una trattativa durata tre ore, con polizia e carabinieri in veste di mediatori, fa rientrare la decisione. Lo speaker ha annunciato che in streaming erano collegate altre 80mila persone. Duro il commento di Silvio Berlusconi: «Non ho mai temuto nessuno, ma Grillo è molto pericoloso per il Paese». E Pierluigi Bersani: «È un miliardario che ci porta in Grecia». Considerazione arrivata dopo che il comico genovese aveva dichiarato alla Cnn tutto il suo scetticismo per l’euro. «Dieci Paesi su 27 – ha detto – non hanno la moneta unica e non hanno un rischio default. Noi abbiamo svenduto la nostra democrazia con lo spread. Quando è abbastanza è abbastanza». Una risposta indiretta a Mario Monti che ha sempre sostenuto di aver salvato l’Italia con il suo intervento dell’autunno del 2011. In piazza striscioni No-Tav e cartelli: “Abbiamo un Grillo per la testa” si legge su uno striscione. E un altro recita: “Dopo lo tsunami c’è il fuoco”.