I marò verso l’Italia per votare: l’India concede un permesso di un mese
Ua buona notizia. I nostri marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre possono tornare per 4 settimane in Italia, in tempo, tra l’altro per votare. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi esprime soddisfazione per lo sviluppo positivo della situazione, dopo l’accoglimento, da parte della Corte Suprema indiana, della richiesta del permesso richiesto e concesso proprio in queste ore. Nel concedere il permesso, la sezione della Corte Suprema presieduta dal giudice capo Altamas Kabir ha chiesto ai due marò di firmare un “affidavit” relativamente ai loro obblighi nei confronti della giustizia indiana. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che risiedono nell’ambasciata italiana a New Delhi, si dovranno quindi ora recare presso gli uffici della Corte Suprema. È stata chiesta come garanzia anche una lettera all’ambasciatore d’Italia Daniele Mancini in cui si impegna ad assicurare il ritorno dei due marò. Si tratta di un’impegnativa simile a quella presentata all’Alta Corte del Kerala in occasione della precedente licenza natalizia. Durante la discussione, durata meno di mezzora, il vice procuratore dello Stato P.P. Malhotra ha espresso la sua contrarietà alla concessione del permesso. Ha in particolare presentato tre obiezioni: che la petizione doveva essere presentata direttamente dai marò, che sono ancora sotto processo in base all’articolo 302 (omicidio) del codice penale indiano e che esiste ancora una denuncia della polizia del Kerala nei loro confronti. Dopo aver sentito le considerazioni, il giudice Kabir ha ricordato che nella sentenza del 18 gennaio relativa al ricorso italiano sulla giurisdizione aveva ordinato al governo di New Delhi di avviare la costituzione di un tribunale speciale per giudicare gli italiani e che ciò non era stato ancora fatto. Ha quindi deciso di autorizzare un permesso della durata di quattro settimane come richiesto dalla parte italiana.