Il “centrino” si sta disintegrando, ora cercano una via d’uscita (e si contano le vittime)
Le cose si mettono male. Anzi, malissimo, perché la caccia agli elettori è finita e sono tornati tutti a mani vuote. Quindi, ognuno pensi a sé. Il centrino montiano si disintegra, non si sa ancora di chi saranno i cocci ma il Professore cerca una via d’uscita ed è pronto a liberarsi dei suoi alleati. Basta con il loden, meglio la spada, come gli aveva suggerito il grande guru che aveva gestito la campagna elettorale di Barack Obama. E la spada all’esterno la sta usando contro gli avversari, in casa contro quelli che considera i suoi parenti poveri. Berlusconi è all’offensiva, rivendica le sue scelte, smentisce la tesi di chi dice di aver salvato l’Italia dallo sfascio e avanza nei sondaggi. Strappa perfino elettori al “centrino”. La scelta di Monti è à la guerre comme à la guerre. Ma la guerra si sta dimostrando più complicata del previsto. Perfino gli slogan sulla necessità di votare per il “nuovo” della politica non reggono. I suoi compagni di viaggio, infatti, sono quel Fini e quel Casini sulla scena da trent’anni. E le cifre che circolano sono mazzate: in bilico è persino il raggiungimento della soglia del 10%. Così (l’ex) SuperMario è andato in tilt e si rinchiuso nel bunker. Risultato: non sta dialogando più con nessuno. Anche Fini e Casini vadano al diavolo, niente manifestazioni con loro. E pazienza se così i malcapitati compagni di strada vedono saltare anche l’ultima occasione per raggranellare qualche voto. Siamo al si salvi chi può. E Scelta civica sta avendo la meglio proprio su Fli e dell’Udc. Da qui la necessità di Monti di far vedere all’esterno che non subisce contaminazioni. Quando l’acqua in cui si nuota diminuisce c’è sempre qualche pesce che ci rimette le penne per asfissia, Fini e Casini non fanno eccezione. E se dovessero venire azzerati, tanto meglio. A quel punto il tecnopremier avrebbe anche le mani più libere per la scelta che si annuncia per il dopo-elezioni. A livello italiano e a livello europeo. Con Berlusconi che risale nei sondaggi, infatti, il Ppe non appare più disposto a sdrotolare tappetini rossi per accogliere Mario Monti e, perfino in Scelta civica, ci sarebbe già chi lavora per un’adesione all’Alde (il gruppo dei liberali europei) con non pochi problemi per Pierferdinado Casini che a questo punto sarebbe costretto a differenziarsi. Per lui, infatti, sedere accanto ad Antonio Di Pietro non sarebbe il massimo delle aspirazioni. E quei cattolici che stanno tirando la carretta per Monti? Anche per loro giustificare una scelta simile sarebbe difficile. Da qui il tiro alla fune all’interno dello stesso partito del fu tecnopremier. Con la certezza di una Waterloo alle porte.