Il Frecciarossa del Cavaliere contro l’Intercity di centristi e sinistra
«Sicuri di vincere e pronti a governare il Paese». L’impegno assunto da Berlusconi in diretta televisiva rappresenta soprattutto il completamento di quella rivoluzione liberale che, fallita nel 1994, viene riproposta, riveduta e corretta nel 2013. I vincoli con cui fare i conti sono tanti, ma le risposte sono già pronte, messe nero su bianco, destinate a incontrare il gradimento degli italiani. E non è un caso se le reazioni degli avversari politici sono state tutte isteriche, all’insegna della superficialità perché gli argomenti – a sinistra come al centro – mancano e la paura di fare autogol è tantissima. Alla base di tutto c’è la contrapposizione tra chi si ispira al liberismo e chi, invece, resta inchiodato all’ideologia classista che ha visto la sua stagione più buia nel comunismo, ma che ancora resiste nella mente dei nostalgici di casa nostra. Da una parte la patrimoniale e la convinzione, definita «imbecille» da Berlusconi, che la soluzione di tutti i problemi sia nel tassare il reddito per incamerare risorse da far gestire a uno Stato elefantiaco, dall’altra la convinzione che tagliando la spesa pubblica si può tornare a “sognare”. Il Cavaliere e il Pdl si ripropongono di trasformare questo sogno in realtà. La ricetta l’ha spiegata un Berlusconi in splendida forma, che ha illustrato i passaggi per restituire ottimismo, far affluire risorse nelle tasche dei cittadini e rendere possibile quel rilancio dei consumi che darebbe inizio al percorso virtuoso destinato a ridurre la pressione fiscale, produrre occupazione e tagliare le ali alla recessione. La politica dell’austerità – imposta da Monti agli italiani per conto della Merkel – lascerebbe il posto alla politica della crescita. Si parte con la restituzione della tredicesima agli italiani. Lo scenario viene dispiegato lungo i cinque anni della prossima legislatura. Il cammino da fare è, infatti, tantissimo e l’obiettivo difficile ma non impossibile: alla fine l’Italia dovrà avere le armi per competere senza complessi con i partner europei, Germania inclusa. Due sole aliquote per l’Irpef, Irap riformata, niente Imu sulla prima casa e una pubblica amministrazione efficiente e meno costosa. Non è poco. Ma questa volta il Pdl può farcela: il treno del Cavaliere è partito, è ad alta velocità, Frecciarossa o Frecciargento poco importa. Dall’altra parte invece c’è un vecchio Intercity, con tante fermate intermedie, con le porte difettose e con quel “centrino” che è sempre più destinato a fare da stampella a Bersani. Berlusconi ha chiamato tutti a «un’ultima grande battaglia». Vale la pena di combatterla.