Le sobrie bugie di Monti e le furbizie di Bersani, i due fedeli “soldatini” della Merkel

6 Feb 2013 21:44 - di Francesco Signoretta

Un’altra bugia sobria, old style. Una bugia, l’ennesima, detta in modo elegante, con il loden e il tono da cattedratico. «Non farò mai il ministro» in un governo altrui, dixit un mese fa, alla presentazione del simbolo della lista civica (o “cinica”, a seconda dei gusti). «Il ministro in un governo con altro premier? Possibile…», un mese dopo. Che cosa sarà mai accaduto in più o meno trenta giorni? Molte cose: Monti pensava di fare il pieno dei voti e non c’è riuscito; i sondaggi più favorevoli lo vedono sì e no, con tutta la coalizione, al 15 per cento; la sua popolarità è in caduta libera; la Merkel lo vuole per forza al governo e ha “ordinato” a Bersani di accollarselo, costi quel che costi, anche la rottura con Vendola. Di contro, al leader del Pd serve un personaggio gradito ai banchieri, che tranquillizzi i mercati. Un uomo dei poteri forti, tanto per intenderci. Di conseguenza, il matrimonio tra sinistra e centristi – ambedue in stato di sudditanza verso la Germania – si fa non solo attraverso il patto di non belligeranza ma anche con il “regalo” di una poltrona importante. Quale? Quella di superministro dell’Economia. Il piatto è bell’e pronto, sta per essere servito a tavola, tocca agli italiani (eventualmente) digerirlo. Tutto questo passa appunto per la bugia sobria, che dimostra la statura del sant’uomo tanto amato da Casini e Fini. Un mese fa, sulla possibilità di fare il ministro in una coalizione con un altro premier, fece quasi l’offeso: «Lo escludo, non è possibile. Sarebbe un passo indietro: uno che è stato premier non deve porsi un problema di prestigio e di collaborazione a un livello inferiore». Tutto chiaro? Neanche per sogno, Monti adesso ha ribaltato la situazione, come se non avesse mai detto niente: yes we can, anche se è prematuro parlarne. Poco importa se, a stretto giro di posta, si è beccato la rispostaccia di Vendola. Sì, Nichi può parlare e minacciare quanto vuole ma si rassegni perché alla fine ci pensa… la Merkel.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *