Quando il “Financial Times” parlava male del Cav era il Vangelo, ora è «irrilevante»
Non si può scrivere una cosa ovvia («il crollo del Pil è il risultato della politica di austerità di Monti») senza incorrere nell’ira funesta di Sua Sobrietà. E non si può nemmeno sostenere che, se vincesse il Pd , finirebbe come Prodi. Vietato criticare tutto ciò che sa di “centrino” e di “scelta civica” o “cinica”. E il divieto vale per tutti, persino per il Financial Times che, in un articolo, ha spiegato i guai del governo tecnico e i futuri guai di un eventuale governo cucito su misura per Bersani, magari con lo stesso Professore.«Quell’articolo lo considero di peso irrilevante», fa sapere Monti. «Il Financial Times ha diversi editorialisti, Munchau di tanto in tanto prende di mira l’Italia e il sottoscritto». Il principale giornale economico-finanziario del Regno Unito diventa quindi «irrilevante». Peccato che, quando parlava male di Berlusconi, era considerato da tutti – Monti compreso – come il Vangelo, tutto ciò che scriveva era il Verbo. Ma scherziamo?, amavano ripetere le solite teste d’uovo del centrosinistra, è uno dei più antichi, autorevoli e letti quotidiani del mondo, ha condannato il Cavaliere, bisogna intervenire, stiamo facendo una figuraccia storica. Ora invece è carta straccia, il Prof legge l’articolo e alza le spalle, che ci possiamo fare, hanno sbagliato analisi, non hanno tra le mani i sondaggi, e poi che ne sanno loro delle cose italiane? «L’ego sconfinato e smisurato di Monti – commenta Maurizio Gasparri – lo porta ad attaccare anche il Financial Times, giudicato irrilevante solo perché scrive che elettoralmente è in forte caduta. Monti è nervoso. Il Ft era la Bibbia quando ne scriveva bene, ora è irrilevante perché racconta che non ha consenso. La realtà è che Monti, abituato a regnare alla Bocconi, non conosce la sintassi della democrazia». In più è a un passo dal crollo. E questo lo rende nervoso. Anche i Prof piangono.