“Salvate il soldato Monti”: l’appello di re Giorgio spunta mentre già scorrono i titoli di coda
Forse perché, come ha detto Grillo, il tecnopremier «finirà sotto i lampioni e non arriverà al dieci per cento». O forse perché, come ha detto Berlusconi, «Monti è disperato perché il suo centrino rischia di restare fuori dal Parlamento». Sta di fatto che l’uomo col cagnolino in tv naviga in pessime acque e proprio per questo ha bisogno di un mutuo soccorso. Che gli arriva – guarda caso – dal suo sponsor originario, Giorgio Napolitano, dall’universo mondo considerato il grande regista dell’operazione che ci “regalò” il governo tecnico. Sì, il presidente della Repubblica, l’uomo che dovrebbe essere super partes, tra un colloquio e una stretta di mano con Obama, in diretta dagli Stati Uniti fa sapere di essere deluso e arrabbiato: «Deploro che qualche partito dia giudizi liquidatori sulle scelte di Monti». Il tentativo è quello di far tornare indietro le lancette dell’orologio, di rispolverare i mesi in cui i laudatores davano fiato alle trombe per far sapere che Sua Sobrietà era l’uomo dei miracoli mentre la gente andava al distributore di benzina beccandosi un coccolone. Vietato criticare mister Mario, dunque. E dal cilindro esce fuori sempre lo stesso argomento, che sa di stantìo, alla che barba che noia: «L’Italia era sull’orlo del collasso ed è stata salvata», una tesi a cui non crede più nessuno. In verità bisognerebbe deplorare chi entra in campagna elettorale a gamba tesa per proteggere il suo pupillo (non a caso a dargli ragione è solo il “centrino”). Anche perché è lui, come dice Brunetta, ad aver creato il mostro del senatore non eletto e ora vuole gli osanna. Ma stavolta il “salvate il soldato Monti” non funziona. Sullo schermo è apparsa la scritta The End.