Sorpresa, Minzolini assolto. E gli sciacalli della Rai adesso tacciono
C’era la fila di parlamentari del centrosinistra davanti al conputer, pronta a inviare comunicati stampa contro Augusto Minzolini non appena fosse stata resa nota la sentenza, che dopo la richiesta del pm di due anni di reclusione appariva ai più quasi scontata. E invece, silenzio. Purtroppo, per corvi e sciacalli che aleggiavano su viale Mazzini, sul giornalista candidato col Pdl, da sempre vittima delle campagne di fango del centrosinistra, prima contro il suo Tg1 poi contro la sua scesa in politica, è piovuta solo una clamorosa assoluzione nel processo che lo vedeva sotto accusa per peculato, per l’uso improprio della carta di credito aziendale, messo in atto quando era a capo del telegiornale di Raiuno. L’ex direttore del Tg1 è stato assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato” dai giudici della VI sezione penale del Tribunale di Roma. Il giornalista era accusato di peculato. Nel capo di imputazione si contestava a Minzolini, difeso dagli avvocati Franco Coppi e Fabrizio Sigia, di aver sforato, in 14 mesi, il budget a sua disposizione nella misura di circa 65 mila euro, somma, peraltro, restituita dal direttore del Tg1 all’azienda. «È stata una vera e propria via crucis», ha commentato Minzolini, candidato con il Pdl in Liguria. «Per questo processo – ha precisato l’ex direttore – ho rifiutato di fare il capoufficio di corrispondenza di New York per la Rai. Ho seguito tutto il processo e quello a cui ho assistito oggi mi rincuora sul rapporto giustizia-informazione in questo Paese». Lasciando il tribunale di Roma, l’ex direttore del Tg1 ha, inoltre affermato di sentirsi «digustato dai media». «La questione giustizia-media è fondamentale – ha spiegato -. Io ho scontato una pena mediatica in questo anno e mezzo, malgrado la mia assoluzione piena. In questo periodo sono stato in balia di questo assurdo meccanismo, in cui non si ha mai la possibilità di difendersi».