Sua Sobrietà torna a insultare (per disperazione elettorale)
Il vero Monti è quello che ha gettato la maschera in piena campagna elettorale. Nulla di sobrio, nulla di elegante. Solo veleno e scorrettezza tanto politica quanto istituzionale. La quasi certezza del flop elettorale gli ha indurito i toni, la disperazione l’ha costretto a mostrarsi per quello che è. E non è un bel vedere. Torna con la storiella della paura che avrebbe il mondo intero per la rimonta del Cavaliere: «Verissimo, in Europa temono il ritorno di Berlusconi perché ne hanno avuto abbastanza di un’Italia che rischia con la fragilità politica, l’incapacità di decidere e la disciplina finanziaria, di mettere ancora a rischio se stessa». E’ il solito spauracchio, che ormai non funziona più. E allora Sua Sobrietà decide di rispolverare l’insulto più pesante: «Il mio predecessore, che ritiene di essere anche il mio successore, continua a fare promesse, cercando di comperare i voti degli italiani con i soldi degli italiani». Un tentativo, questo, di gettare fango sulla proposta di restituzione dell’Imu perché sa che a togliere i soldi dalle tasche degli italiani è stato lui e ha una paura dannata che il Cav venga considerato l’uomo giusto per ridare un po’ di ossigeno alle famiglie tartassate dagli stangatori tecnici. E’ un momento pessimo per Monti, che alza i toni perché vicino al naufragio elettorale, un naufragio che travolge anche i suoi (piccoli) alleati. E lo ammette: «Ovviamente è contro la mia natura essere aggressivo verbalmente, ma talvolta è necessario perché sono stato direi particolarmente insultato e aggredito anche se mi dicono che è normale nella vita politica e soprattutto se uno vuole scombinare gli schieramenti precostituiti ha il vantaggio di prendere gli strali da una parte e dall’altra, quindi con fuoco concentrico». Una settimana di critiche lo ha ridotto in questo stato di prostrazione psicologica. Dovrebbe chiedere consiglio al politico che lui non chiama per nome, e cioè al suo “predecessore”: sono quasi vent’anni che di insulti ne riceve a valanga, spesso uniti al fango. Con una differenza: Berlusconi non si è mai abbassato a parlare di “voto di scambio” per criticare una proposta di provvedimento economico avanzato dagli avversari. Questione di stile e non di sobrietà. Una lezione per il professor Monti.