Uno spettro si aggira per l’Europa: la sindrome del titolo accademico…
Siamo uomini o caporali? Non è un vezzo solo italiano, quello di correre dietro ai titoli accademici, ai galloni, ai riconoscimenti. Infatti casi similari sono capitati – e capitano un po’ dappertutto, persino nella austera Germania. In Italia sono rimasti residui di quella mentalità un po’ ottocentesca secondo la quale un laureato è certamente meglio di un autodidatta, il che – ci insegna l’esperienza – non sempre è vero. Anzi, quasi mai. Il caso di Giannino è sintomatico: conosce l’argomento, è padrone della materia, sa quello di cui parla, cosa che non si può dire di molti economisti-politici che sentiamo in tv. Oscar Giannino non è certo il primo politico a essere colpito dall’accusa di avere millantato titoli o aver copiato tesi di laurea. In Europa, i casi sono diversi. Tra quelli più eccellenti quelli, nella rigorosa Germania, che hanno provocato ben due dimissioni eclatanti dopo accuse di plagio: nel marzo dell’anno scorso si dimette Karl-Theodor zu Guttenberg, da poco nominato ministro della Difesa nell’esecutivo di Angela Merkel per avere copiato ampie parti della sua tesi di laurea. Bersagliato da stampa e popolo della rete, zu Guttenberg lascia l’incarico per poi ritirarsi in esilio (forse per la vergogna) negli Stati Uniti. Circa un anno dopo, altro grave imbarazzo per la cancelliera. Un blogger anonimo accusa Annette Schavan, ministro dell’Istruzione e fedelissima della Merkel, di aver ripreso, senza citare adeguatamente, le fonti in alcune parti della sua tesi di dottorato, scritta 32 anni prima. La notizia viene riportata dalla stampa tedesca il 2 maggio 2012, proprio nel giorno in cui l’università di Potsdam ritirava per la stessa ragione il titolo di dottorato al 38enne Florian Graf, capogruppo della Cdu, lo stesso partito di Schavan, che è costretta a dimettersi il 9 febbraio scorso. Altro caso in Ungheria. Travolto da uno scandalo di plagio, per aver copiato la sua tesi di dottorato vent’anni prima, il presidente della Repubblica, Pal Schmitt, si dimette il 2 aprile del 2012. Il 15 maggio dello stesso anno lo scandalo colpisce la Romania: il ministro della pubblica Istruzione romeno, Ioan Mang, si dimette per le accuse di plagio relative a una serie di suoi articoli scientifici. Accuse di plagio su lavori accademici colpiscono un mese dopo anche il premier romeno Victor Ponta, che però non ha alcuna intenzione di dimettersi. Secondo una commissione di esperti Ponta ha copiato parte della sua tesi di dottorato da altri lavori. Ma due mesi dopo tre membri del partito Nuova Repubblica accusano il premier di aver copiato anche parte di un suo libro, “La responsabilità nel diritto internazionale umanitario”, da altri autori. Dai dottorati falsi si arriva con facilità ai curriculum gonfiati. In Spagna l’episodio più clamoroso. Nel marzo del 2008, il giornalista Arcadi Espada smaschera sul suo blog Bernat Soria, ex ministro della Sanità e del Consumo, scoprendo che il suo curriculum contiene diverse informazioni non vere, tra cui l’aver ricevuto una medaglia d’oro dalla Real Academia de Medicina. Anche in questo caso il ministro non si dimette. Le cronache poi sono piene di casi di “artisti” che esercitavano ad esempio la professione medica senza averne i titoli, e tutti li consideravano ottimi professionisti…