Bersani&Casaleggio. 40 anni dopo, ancora piccisti contro gruppettari

12 Mar 2013 13:09 - di Marcello De Angelis

I giovani non lo ricorderanno, ma il ’68 iniziò con uno scontro tra gli studenti impolitici e il grigio apparato del Pci, in cui bisognava chiedere il permesso al partito per sposarsi, Pasolini veniva espulso perché l’essere omosessuale era una degenerazione e le richieste delle nuove generazioni, in Italia come a Praga, erano deviazionismi borghesi. Le organizzazioni giovanili comuniste si svuotarono andando a riempire nuovi gruppi tra il velletario e l’eversivo che poi diventarono organizzazioni extra-parlamentari o addirittura partiti di sinistra estrema. Per tutti gli anni ’70 si presero a bastonate con i servizi d’ordine di Pci e Cgil, uniti solo saltuariamente nello sprangare i fascisti. Nel ’77, con la nascita di Autonomia operaia, l’apparato provò di nuovo a fermare la spinta dei “movimenti” e richiamare i giovani nella struttura. A Roma ci provò Lama con un comizio/atto di forza nel piazzale dell’Università che finì con un assalto e la sua “cacciata”. Lo scontro si spostò nei tribunali, dove l’apparato piccista di Magistratura democratica ottenne quello che non era riuscito ai servizi d’ordine e al Partito. La sinistra sovversiva, assimilata strumentalmente a quella eversiva, venne perseguita e imprigionata. E come contraltare gli stessi magistrati fecero piazza pulita anche dei movimenti e gruppuscoli di destra, tanto per stornare i sospetti. I reduci del più grande gruppo organizzato anti-Pci, Lotta continua, entrarono in buon numero nel Psi di Craxi – per il tramite del giovane Claudio Martelli – e ottennero buoni inserimenti nel mondo del giornalismo, dal quale continuarono la loro guerra contro il Pci. Alcuni continuarono in quella direzione anche dopo la sconfitta dell’anti-piccista Craxi, vedendo in Berlusconi il nuovo paladino contro il Partito-Moloch. Casaleggio fa parte di quella grande famiglia che dal Movimento studentesco di Capanna, ad autonomia operaia ai movimenti, è cresciuta con l’idea di una sinistra che anziché gestire deve spaccare tutto e fare tabula rasa, una sinistra che odia le strutture e le gerarchie, che vuole tutto e subito e l’immaginazione al potere. Il tentativo di Bersani di “unirsi” col 5stelle è come mettere insieme il diavolo con l’acqua santa. Se il movimento viene a patti con la struttura muore. E Casaleggio lo sa.

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