Berlusconi: De Gregorio ha barattato la libertà con il fango su di me
«L’ho ammesso davanti ai pubblici ministeri. Tutto quello che dovevo dire l’ho detto ai magistrati. Ho parlato con loro e parlerò ancora, con tutte le procure che riterranno di convocarmi a Napoli o anche in altre parti d’Italia». Prima dalle colonne del Messaggero, poi davanti ai cronisti fuori dall’aula del processo Mediaset a Milano (confermata la richiesta di condanna a 4 anni di carcere), Berlusconi ritorna sull’affaire De Gregorio, dopo la notizia che la procura di Napoli lo indaga per la presunta compravendita di senatori. Che c’è di nuovo? L’ex senatore dell’Idv da due anni dice le stesse cose, «ha evidentemente barattato di non andare in carcere, la sua libertà personale, con delle dichiarazioni ai pm contravvenendo a ciò che aveva detto in Parlamento», spiega il Cavaliere, «con il signor De Gregorio Forza Italia ha stipulato un accordo, versando in maniera chiara e solare un milione al suo partito “Italiani nel mondo” perché curasse la politica negli stati stranieri che il centrodestra non era in grado di svolgere». Un contratto – prosegue – che è stato depositato presso la Camera e il Senato, del quale «tutti possono prenderne visione». Insomma, va giù duro, «i pm hanno chiesto a De Gregorio “o ci dici qualcosa su Berlusconi o ti mettiamo in galera”e lui ha parlato come volevano loro». Quanto al processo in corso a Milano con al centro l’intercettazione Fassino-Consorte, ha detto che è «un’altra invenzione della Procura milanese» e ha annunciato che sarà in aula il prossimo 6 marzo. «È paradossale che io sia l’unico italiano sotto processo per aver contribuito a pubblicare una notizia coperta da segreto istruttorio». Bocca cucita, per ora, sulle prossime mosse politiche per uscire dall’impasse del dopo voto. Intanto Gianfranco Rotondi, di Democrazia cristiana per le autonomie, smentisce le ricostruzioni dei quotidiani sulle dichiarazioni di De Gregorio che lo coinvolgono insieme alla Mussolini tra «i soggetti minori aderenti al Pdl» a cui sono stati conferiti contributi economici. «Voglio precisare – si legge in una nota – che, nel caso di questi partiti, si è trattato della esecuzione della normale divisione del finanziamento pubblico tra partiti che si presentano in un’unica lista, esattamente come è avvenuto tra Forza Italia e Alleanza nazionale o in passato tra Ds e Margherita». L’ex senatore dipietrista passato con il Pdl, ormai in procinto di andare agli arresti domiciliari, dopo aver dichiarato di ricevere «mazzette in nero a rate», dice di non provare nessun sentimento di vendetta nei confronti di Berlusconi, «semplicemente ho deciso che dovevo fare chiarezza sulla mia vita politica e personale. Non voglio fare la figura dell’Al Capone di turno, del delinquente abituale. Per difendermi ho disperso un patrimonio, ho rovinato l’esistenza a mia moglie e ai miei figli, e ora abbiamo debiti da ripagare e una vita da ricostruire».