Berlusconi esce dall’ospedale: «Noi ci tiriamo fuori da ogni spartizione, al Paese serve un governo»

15 Mar 2013 21:38 - di Redazione

«Un quadro davvero sconfortante, noi ci chiamiamo fuori». Silvio Berlusconi stende un velo pietoso dopo avere osservato lo spettacolo di stallo alle Camere concludersi  in modo alquanto inglorioso. Il Cav torna a parlare, appena  dimesso dal San Raffaele di Milano, dove era ricoverato da una settimana in seguito a un’ uveite e sopraggiunti problemi cardiovascolari. «Sono un po’ stanco», risponde ai cronisti. Appena uscito dal reparto dove è stato in questi giorni inseguito dai medici fiscali come in un penoso “guardie e ladri”, torna a parlare della giornata che si è appena conclusa con tono al tempo stesso sconsolato e agguerrito. «In questo quadro davvero sconfortante, essendo stata respinta irresponsabilmente dal Pd la nostra disponibilità a farci carico delle responsabilità di garantire un governo al Paese, noi ci chiamiamo fuori da ogni trattativa di spartizione delle principali cariche istituzionali». La logica con cui intende muoversi l’ex capo del governo in quella che definisce una «lunga partita a scacchi» é quella di procedere solo dopo aver intuito la mossa degli avversari. Sui presidenti dei due rami del Parlamento insomma il Pdl non intende avanzare rivendicazioni o cedere ad “abboccamenti” come quello arrivato dai montiani, riaprendo semmai i giochi per il passaggio successivo e cioé al governo che «si deve fare», insiste categorico l’ex premier, aspettando di capire come andrà a finire la partita Monti-Pd, per passare poi alle trattative per il presidente della Repubblica. All’elezione del nuovo capo dello Stato il Cavaliere guarda con attenzione. La richiesta avanzata è che il successore di Napolitano sia una figura super partes e che non avvenga «come nel 2006 l’occupazione di tutte le cariche democratiche». Salvo controindicazioni notturne, il Pdl continuerà a votare scheda bianca lasciando al Pd il cerino in mano. A quel Pd che ha sbattuto la porta in faccia a un esecutivo di responsabilità Berluscono getta la colpa di «pensare a dichiarazioni irreali» non vedendo «la gravità della crisi in cui versa l’Italia». Il Cavaliere ribadisce il merito politico di aver tentato fino all’ultimo di dialogare con i Democratici che però hanno preferito «inseguire esplicitamente un accordo di governo con il movimento di Grillo» anteponendo «gli interessi del partito a quelli del Paese». «Di fronte alla drammaticità della crisi economica e all’urgenza che s’insedi un governo capace di assumere immediatamente provvedimenti efficaci-prosegue-  il Pd rovescia sul Paese i propri ritardi». La gravità della crisi economica in cui versa l’Italia «fugge purtroppo alla maggioranza delle forze politiche, impegnate in un balletto di mosse e contromosse opportunistiche, di tatticismi irresponsabili», stigmatizza Berlusconi. E tutto questo «mentre milioni di italiani soffrono sempre di più i morsi della crisi economica, con migliaia di aziende grandi e piccole costrette a chiudere i battenti, con le famiglie che sempre di più soffrono dell’impossibilità di far quadrare i conti, con la percezione crescente da parte di tutti di un impoverimento che ci attanaglia e che deprime la nostra speranza nel futuro». L’ex premier trascorrerà il week end di convalescenza ad Arcore in attesa di capire se sarà accolta la richiesta avanzata dai suoi legali di spostare i processi Ruby e Mediaset da Milano a Brescia.

 

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