Bersani, la tela di Penelope e il circo di Montecitorio con clown e giocolieri
Fermi tutti, finiamola di farci del male. Perché questo ping pong sulle cariche e sulla formazione del nuovo governo sta trasformando le istituzioni in una barzelletta, impedendo il recupero di credibilità che in questo momento servirebbe come il pane. Le alleanze sembrano la tela di Penelope, vengono cucite di giorno, con santa pazienza, e vengono disfatte di notte, nell’attesa e nella speranza che prima o poi arrivi un Ulisse capace di rimettere le cose a posto e blindare le poltrone. L’esatto contrario di quanto chiesto dagli elettori con un voto che qualcuno ancora si rifiuta di interpretare. Il quadro complessivo è deprimente: il Pd si inginocchia davanti a chi si diverte a sbeffeggiarlo e a ridicolizzarlo agli occhi dell’opinione pubblica. L’orgoglio s’è fatto cenere. I grillini vanno in Parlamento come se fossero a una gita scolastica, foto di gruppo e facebook a portata di mano. I nomi dei candidati alle maggiori cariche dello Stato che spuntano fuori come i numeri della tombola, «14 l’ubriaco, 32 il capitone». E sullo sfondo la solita paranoica demonizzazione di Berlusconi che fa sempre comodo e serve a giustificare le alleanze più innaturali. Anche Renzi e i suoi non ne possono più: «Non si gioca con le istituzioni di Camera e Senato». Occorrono – come ha sempre sostenuto il centrodestra – persone autorevoli e una pausa di riflessione. Perché, se nessuno è riuscito a smacchiare il giaguaro, un motivo ci sarà: probabilmente l’elettorato aveva intuito il rischio che il Parlamento diventasse un circo pieno di clown e giocolieri. Cosa che, per una manciata di voti, sta realmente accadendo. C’è ancora il tempo di rimediare, basta un pizzico di maturità politica.