Giallo a Londra: trovato morto in bagno Berezovski, il miliardario russo oppositore di Putin
L’oligarca russo Boris Berezovski, 67 anni, si è suicidato, secondo quanto riferisce il sito della tv russa in lingua inglese Russia Today. La tv cita uno degli avvocati dell’uomo d’affari, Aleksandr Dobrovinski. Berezovski è stato trovato morto nel bagno della sua residenza vicino ad Ascot, nel Surrey, riportano i media britannici, citando persone a lui vicine. Nato a Mosca nel 1946, laureato in matematica, Boris Abramovic Berezovski emerse come uno dei primi oligarchi del neocapitalismo post-sovietico fin dall’inizio degli anni ’90, dopo una controversa quanto repentina ascesa economica. Entrato rapidamente nell’agone politico, fu tra i protagonisti della rielezione di Boris Ieltsin alla presidenza nel 1996, guadagnandosi poi la nomea di eminenza grigia del Cremlino. Divenuto deputato e vice-consigliere per la sicurezza nazionale (nella cui veste fu protagonista di negoziati con i ribelli islamici in Cecenia), fu indicato anche tra i grandi sponsor della transizione fra Ieltsin e l’ex capo dei servizi segreti Vladimir Putin nel 2000, salvo poi entrare quasi subito in conflitto con il nuovo presidente.
Trasformatosi in oppositore del Cremlino, e in voce di denuncia del neo-autoritarismo putiniano, si autoesiliò a Londra da dove cominciò a finanziare l’opposizione. Noti in particolare i suoi legami all’interno del fronte anti-Putin con Aleksandr Litvinenko, ex ufficiale del Kgb pure esule in Gran Bretagna, ucciso nel 2006 da un presunto avvelenamento col polonio. Sfuggito a diversi attentati già in patria negli anni della grande fortuna, Berezovski è stato accusato negli ultimi anni in Russia in numerosi casi giudiziarie, sia per reati economici, sia per presunte cospirazioni. Accuse da lui sempre respinte come persecuzioni a sfondo politico. La magistratura russa lo ha coinvolto – contumace – pure nelle indagini sull’uccisione della giornalista d’opposizione Anna Politkovskaia, la cui testata l’oligarca sosteneva viceversa d’aver sostenuto. «Chiese perdono» al presidente russo Vladimir Putin e voleva tornare in Russia prima di morire. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, alla catena tv russa Vesti 24. «Poco tempo fa, circa due mesi fa, Berezovski ha scritto di suo pugno una lettera a Putin riconoscendo di avere fatto degli errori e chiedendo perdono a Putin», ha detto Peskov.