Goldman Sachs entusiasta di Grillo
“I miei nemici parlano bene di me; dove ho sbagliato?”. Non so chi ha detto questa frase geniale che ricordo dai tempi dell’adolescenza. Me la ripeto di continuo e la ricordo a molti colleghi (politici e giornalisti) perché è una perla di saggezza rara. In buona sostanza significa che se un nemico parla bene di te vuol dire che non stai facendo il tuo interesse ma – magari inconsapevolmente – il suo. Grillo attacca le banche, attaccava Monti chiamandolo “impiegato della Goldman Sachs” e ora il partito-banca, che oltre a Monti ha prodotto e candidato nel tempo Amato, Prodi e in fin dei conti anche Draghi e che ha sempre investito sul centrosinistra, dice che Grillo è “un’entusiasmante novità”. La Goldman è un centro di affari, non una comunità. Il suo credo è l’interesse speculativo, ha una strategia non un programma. Quindi, anche i “suoi” uomini sono usa e getta. Monti ha fallito miseramente il compito che gli avevano assegnato. I generali della banca d’affari avevano pianificato un Monti bis col sostegno di Bersani o un governo Bersani ricattato da Monti e invece si trovano ora dinanzi uno scenario diverso. Con l’odiato Berlusconi che proprio non vuole morire e continua – con la sua visione e i suoi interessi da capitalista nazionale – a mettere i bastoni tra le ruote al capitalismo finanziario globale, che odia le nazioni e vuole spazzare via gli Stati. E la premessa di questo internazionalismo è lo svuotamento della sovranità popolare e delle sue rappresentanze e cioè i parlamenti nazionali. Per disintegrare quello italiano – il più facile da liquidare e da usare come banco prova della rivoluzione anti-parlamentare che apre la strada al governo planetario – si è usata la propaganda, con i giornalisti del Corriere delle banche a fare da agit-prop, il terrorismo economico, con i bombardamenti delle centrali speculative contro l’Italia e il colpo di Stato che ha portato un loro pro-console al governo della nazione. Ma, come sempre nella storia, gli eventi superano le previsioni di chi pensa di giocare col destino dei popoli. E un guru del web-marketing come Casaleggio – semplicemente per vincere una scommessa e dimostrare alle aziende sue clienti quanto il web sia ormai l’unico investimento valido – ha fatto saltare i piani dei grandi patron che controllavano il gioco da un superattico di Washington. Ma i Goldman boys hanno una strategia fluida e grande capacità di adattamento. E’ il giovane leone Jim O’Neil a spiegare ai suoi soci che Grillo potrebbe essere invece un insperato uovo di Colombo, che farà tabula rasa in Italia con il consenso degli italiani, ottenendo la disintegrazione delle istituzioni senza che il partito-banca debba sporcarsi ulteriormente le mani. E senza nemmeno avere Grillo sul libro paga. Quindi, paradossalmente, gratis.